ROMA (MF-DJ)--La scelta della Svizzera -una decisione congiunta di governo, Banca centrale e regolatore, la Finma- di bruciare 16 miliardi di bond At1 di Credit Suisse nell'ambito della fusione con Ubs, sta mettendo sotto stress il settore del debito subordinato in Europa e ha già colpito due istituti tedeschi.

Il primo, scrive MF-Milano Finanza, Deutsche Pfandbriefbank, finanzia progetti immobiliari e infrastrutture e ieri ha comunicato che non intende esercitare la call, il richiamo previsto nel prospetto di emissione dei subordinati, su 300 milioni di euro di note. Un fatto raro nel mondo finanziario, perché di fatto rompe il rapporto di fiducia fra emittenti e investitori e costringe poi al pagamento di interessi assai più elevati. La decisione sul bond in questione (4/2023, Isin XS1808862657) è stata assunta dopo una «valutazione attenta di vari fattori, incluse le condizioni di mercato e i costi economici». Il bond, emesso con una cedola del 5,75%, ora viene resettato a nuovi valori, attorno all'8,42%, ovvero alla curva midswap a cinque anni in euro cui sommare il 5,383% (a partire dal 28 aprile 2023). La prossima call è attesa nell'aprile 2028.

La seconda banca pronta ad assumere analoga iniziativa è Aareal Bank, gruppo tedesco che nel 2022 è stato rilevato dal veicolo Atlantic Bidco in mano ai fondi Advent, Centerbridge e a Ccp Investments che fa capo a Canada Pension Plan. Aareal Bank probabilmente, come ha spiegato in una nota, non richiamerà il proprio bond At1 da 300 milioni emesso nel 2014.

Una decisione definitiva non è stata ancora presa, ma l'intenzione è di non esercitare il diritto. L'emissione doveva essere richiamata nel 2020, tuttavia a causa della pandemia la banca di Wiesbaden, specializzata nell'erogazione di credito per il settore immobiliare, aveva deciso di non farlo. Se il bond non sarà effettivamente richiamato, la cedola verrà fissata a 718 punti sopra la curva midswap in euro a un anno. Il rendimento finale dovrebbe quindi balzare attorno al 10,68%.

Il mercato degli At1, strumenti nati dopo la crisi finanziaria del 2008 per rendere più solide le banche europee, è un mercato ristretto e non regolamentato che fino a ora ha funzionato bene.

Ma dopo la decisione di azzerare i bond At1 di Credit Suisse per 16 miliardi, i valori delle emissioni oggi quotate hanno ricevuto notevoli scossoni, in parte rientrati, sul fronte dei prezzi. Il problema restano gli scambi molto sottili -ha spiegato un operatore a milanofinanza.it.

- dopo la decisione inattesa della Svizzera. Le banche, anche in Italia, attenderanno a questo punto tempi migliori per collocare At1 senza correre il rischio di pagare premi eccessivi o addirittura non trovare investitori di qualità. Nell'ambito degli Accordi di Basilea III del 2009, le autorità di regolamentazione hanno preso provvedimenti per ridurre la probabilità che in futuro sia necessario nazionalizzare le banche. Tra questi, quello di richiedere alle banche stesse di aumentare il rapporto tra il capitale Tier 1 e gli asset ponderati per il rischio a un livello minimo di cui una parte rappresentata da una nuova classe di titoli, gli At1. Questi bond sono caratterizzati da un trigger (evento) che ne determina la perdita di valore se uno dei fattori chiave della solidità finanziaria dell'emittente scende al di sotto di un livello prestabilito. Nel caso di Credit Suisse, il Cet 1 al 7%.

Il problema con la banca è duplice: il governo ha cancellato i bond At1 preservando le azioni, mentre nella gerarchia dell'Eurozona prima viene annullato l'equity, poi i bond subordinati. In secondo luogo il Cet 1 di Credit Suisse era al 14,1% a fine 2022. Sempre ieri la Finma, la Consob svizzera, è tornata a parlare di questi strumenti spiegando perché li ha cancellati: «gli AT1 [...] prevedono l'azzeramento integrale qualora si verificasse un evento scatenante (Viability event), in particolare se viene concesso un sostegno straordinario da parte dello Stato». Resta il fatto che la Svizzera non ha mai dichiarato il fallimento di Credit Suisse o quantomeno un Cet 1 sotto il 7% (trigger) e non ha azzerato prima le azioni. Prestando così il fianco già nelle scorse ore alle prime cause contro quella che è stata definita (in)certezza di diritto

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2408:15 mar 2023


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