MILANO (Reuters) - Davide Campari archivia i primi nove mesi dell'anno con una crescita a doppia cifra di tutti gli indicatori di vendite e redditività rispetto allo stesso periodo del 2020 e del 2019, anno, quest'ultimo, non impattato dal Covid.

"Le ragioni di questa performance sono ascrivibili alla ripresa del canale on-premise grazie alla 'revenge conviviality' e a un trend sostenuto dei consumi a casa", spiega l'AD Bob Kunze-Concewitz in una nota.

"Per quanto riguarda le prospettive per il resto dell'anno prevediamo che la dinamica positiva dei brand e il mix di vendite favorevole continuino nell'ultimo trimestre, contribuendo a compensare parzialmente l'intensificarsi della pressione sui costi dei materiali e sui costi logistici, i maggiori investimenti in brand building e il phasing dei costi di struttura", aggiunge.

Le vendite nette sono state pari a 1,58 miliardi di euro, in crescita del 27,3% su base organica (+22,9% la variazione totale) rispetto a un anno prima e del 24% rispetto allo stesso periodo del 2019.

L'ebit rettificato è di 359,8 milioni (+54,2% sul 2020 e +31,7% sul 2019).

Nel solo terzo trimestre le vendite nette sono cresciute del 12,8% (+27,3% rispetto allo stesso periodo del 2019), mentre l'ebit del 16,2% (+29% sul 2019).

L'utile netto prima delle imposte rettificato è cresciuto del 56,1% a 343,3 milioni.

"Guardando oltre l'anno in corso, sebbene permanga incertezza in relazione all'evoluzione della pandemia e ai suoi effetti indotti come le tensioni logistiche e la crescente pressione sui costi dei materiali, benché mitigata dal miglioramento delle prospettive per i costi di acquisto dell'agave, rimaniamo fiduciosi sul solido andamento del nostro business", dice Kunze-Concewitz.

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(Gianluca Semeraro, in redazione a Roma Stefano Bernabei)