ROMA (MF-DJ)--I vaccini di Pfizer-Biontech e di Moderna? Grazie, ma non ci servono. Parola di Pechino. L'Unione Europea aveva offerto nei giorni scorsi gratuitamente le sue scorte alla Cina, ma il Paese di Xi Jinping, alle prese con la peggiore ondata di Covid dall'inizio della pandemia, ha declinato l'aiuto.

È stato il Financial Times il primo a parlare della proposta avanzata dal Commissario Ue per la Salute, Stella Kyriakides, nata nell'ambito di una risposta europea al timore di una possibile ondata di contagi a seguito della decisione di Pechino di revocare le restrizioni della sua politica zero-Covid.

"La commissaria Kyriakides ha contattato le sue controparti cinesi per offrire solidarietà e sostegno, tra cui competenze in ambito di sanità pubblica e donazioni di vaccini dell'Ue adattati alle varianti", ha riferito al Ft un portavoce della commissione. Interpellata sulla proposta nel consueto briefing con la stampa, la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha però risposto che "la produzione nazionale di vaccini per il Covid-19 in Cina può soddisfare la domanda", parlando di un "ampliamento delle capacità di produzione di forniture mediche, che garantiscono un'offerta adeguata". La portavoce ha poi aggiunto che "la situazione Covid in Cina è prevedibile e sotto controllo e siamo pronti a collaborare con la comunità internazionale in solidarietà per affrontare la sfida Covid in modo più efficace e proteggere meglio la vita e la salute delle persone".

Pechino, scrive MF-Milano Finanza, non ha mai voluto autorizzare i vaccini a Rna messaggero utilizzati in Occidente e ha sempre continuato a usare i propri, Sinovac e Sinopharm, per immunizzare la popolazione. Nonostante a fine dicembre l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) abbia definito insufficiente l'attuale copertura vaccinale della Cina, il Paese di Xi Jinping continua ora a proseguire sulla strada dell'autarchia vaccinale. In realtà però la situazione in Cina sarebbe sempre molto complessa. Particolarmente critica soprattutto a Shanghai, secondo l'Afp, con l'agenzia di stampa francese che parla di ospedali intasati da pazienti anziani alle prese con il Covid. Molti dei quali attaccati alle flebo o alle bombole di ossigeno. Alcuni pazienti vengono curati fuori dagli ospedali, direttamente sulla strada, perché non c'è più posto all'interno. Inoltre, le farmacie della città sono inondate di richieste di farmaci antivirali e i crematori sopraffatti dall'afflusso di corpi.

Nel frattempo però Pechino ha condannato con fermezza l'obbligo dei test anti-Covid da parte di una dozzina di Paesi ai viaggiatori provenienti dalla Cina, avvertendo che potrebbe ora prendere delle "contromisure". E tra i Paesi che hanno introdotto i tamponi obbligatori per gli arrivi dalla Cina c'è anche l'Italia. "Siamo pronti a rafforzare la comunicazione con la comunità internazionale e a lavorare duramente insieme per vincere l'epidemia", hanno spiegato da Pechino, ma "allo stesso tempo pensiamo anche che alcuni Paesi abbiano messo in piedi delle restrizioni in ingresso che colpiscono i viaggiatori cinesi. Ciò è privo di fondamento scientifico e queste sono pratiche inaccettabili. Ci opponiamo con fermezza a tutti i tentativi di manipolare le misure di prevenzione epidemica con l'intenzione di raggiungere obiettivi politici e adotteremo contromisure, secondo il principio di reciprocità".

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0409:45 gen 2023


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January 04, 2023 03:46 ET (08:46 GMT)