ROMA (MF-DJ)--"Siamo stati piuttosto specifici con l'Ue. Anche noi siamo delusi: ci piacerebbe riuscire a produrre di più. A febbraio consegneremo all'Europa una quantità soddisfacente, simile agli altri produttori. Stiamo lavorando 24 ore su 24, sette giorni su sette per risolvere i problemi".

Lo ha detto a Repubblica il ceo di Astrazeneca, Pascal Soriot, spiegando che "appena avremo l'approvazione Ema, l'obiettivo è recapitare all'Ue 17 milioni di dosi entro la fine di febbraio. Di queste, 2,5 circa in Italia".

A proposito dei problemi della catena di distribuzione europea, "la produzione del nostro vaccino è composta da due fasi: una è la creazione del principio attivo in due stabilimenti in Belgio e Paesi Bassi, l'altra è la resa in farmaco, in due centri in Germania e Italia, ad Anagni, dove state facendo uno straordinario lavoro. Le difficoltà nascono nella prima fase. Alcuni siti -ha spiegato- generano più "raccolto", altri meno, come purtroppo accaduto in Europa. Queste disfunzioni capitano quando si aumenta la produzione a centinaia di milioni di dosi di un nuovo vaccino. Abbiamo due mesi di ritardo, ma risolveremo questi problemi".

Problemi ci sono stati anche nel Regno Unito, "ma il contratto di fornitura con il governo britannico è stato firmato tre mesi prima di quello con la Ue. Abbiamo avuto il tempo di prepararci", ha continuato.

"I fatti sono questi: il primo contratto di fornitura tra AstraZeneca e il governo Johnson -ha precisato- è avvenuto tre mesi prima dell'intesa con l'Ue. Oxford era già in stretto contatto con il governo britannico: si sono organizzati per tempo e hanno avuto una partenza lampo. I problemi in Ue sono stati un caso e di certo non sono intenzionali. Io sono francese, molti dirigenti sono europei, la nostra multinazionale è britannico-svedese: come potremmo mai fare una cosa simile all'Ue? Tra l'altro, al momento, all'Europa va il 17% della produzione totale del vaccino di Oxford/AstraZeneca, nonostante gli europei siano il 5% della popolazione mondiale. E poi questo è un vaccino no profit per noi. Non ne ricaviamo un soldo".

Qualcuno sospetta che Astrazeneca stia vendendo dosi di vaccino ad altri Paesi, "questa accusa è insensata, perché, ripeto, sul vaccino anti coronavirus non facciamo profitti -ha puntualizzato- Lo so, siamo tutti stanchi di questa pandemia, il mondo vuole vaccinarsi e i governi sono sotto pressione: lo comprendo appieno. Ma noi di AstraZeneca non dirottiamo certo i vaccini degli europei verso altri Paesi. Sarebbe illogico e controproducente da parte nostra, dopo il nostro pubblico impegno".

Per Astrazeneca, ha messo in evidenza, "non c'è alcun obbligo verso l'Ue. Nel contratto con gli europei c'è scritto chiaramente: "Best effort". Ossia: "faremo del nostro meglio". Lo scorso agosto, l'Ue voleva avere la stessa capacità produttiva del Regno Unito, nonostante il contratto firmato tre mesi dopo Londra. Noi di AstraZeneca abbiamo risposto: "Ok, faremo del nostro meglio. Ma non possiamo impegnarci contrattualmente perché abbiamo tre mesi di ritardo rispetto al Regno Unito". E così è stato. Non abbiamo dunque obblighi contrattuali con l'Ue, ma solo un impegno a fare il massimo". Quindi nell'intesa con l'Europa non ci sono rigidi obblighi contrattuali quanto alla consegna delle dosi, "esatto".

"Il Regno unito sta vaccinando molto rapidamente: 2,5 milioni di persone a settimana, fino a 500mila al giorno. Appena si sarà raggiunto un numero di vaccinazioni sufficienti in Regno Unito, allora potremo utilizzare gli stabilimenti britannici anche per la fornitura all'Unione europea. Ma il contratto con i britannici è stato firmato prima, il governo Johnson ci ha chiesto "di rifornire prima noi" e questo è comprensibile. Del resto, il vaccino è stato sviluppato in collaborazione tra il governo britannico, Oxford e AstraZeneca. Ma appena ci sarà la possibilità, aiuteremo anche l'Ue", ha concluso.

vs

(END) Dow Jones Newswires

January 27, 2021 02:48 ET (07:48 GMT)