ROMA (MF-DJ)--La scelta del Codice di attività economica Ateco come criterio di selezione delle imprese continua a fare danni. Un problema evidente anche nell'ultimo Dpcm, che impone nuove restrizioni alle attività di bar e alle bottiglierie, ma si dimentica di minimarket, gdo e di tutti quegli esercizi per cui la somministrazione o la vendita di alcolici e bevande non è l'attività prevalente.

"Il codice Ateco è del tutto inadeguato a fornire una fotografia affidabile della realtà delle imprese", spiega Confesercenti in una nota, aggiungendo che "utilizzarlo vuol dire lasciare migliaia di imprese nell'incertezza normativa, visto che possono avere un codice di attività 'prevalente' che non corrisponde alla totalità dei servizi offerti".

"Abbiamo messo in guardia più volte il governo sul problema creato dall'Ateco. Che si estende, purtroppo, anche ai ristori: l'individuazione dei beneficiari dei provvedimenti attraverso il codice di attività economica ha infatti escluso troppe imprese, dagli agenti di commercio specializzati in ristorazione ai fornitori, per non parlare di quelle tabaccherie ed edicole che svolgono attività secondaria di somministrazione, completamente ignorate dai vari dl perché, in teoria, escluse dalle restrizioni. Per il Ristori Quinques sarà assolutamente necessario abbandonare questo criterio, o sarà un disastro: gli aiuti - che dovranno essere calcolati sull'intero 2020 - dovranno includere tutte le imprese che hanno avuto un calo di fatturato superiore al 30% riconducibile alle restrizioni, o sarà un disastro", conclude Confesercenti.

liv

(END) Dow Jones Newswires

January 18, 2021 10:18 ET (15:18 GMT)