ROMA (MF-DJ)--Fino al 30 settembre si e' infettato circa il 4,8% della popolazione italiana, con grandi differenze tra regione e regione (circa l'11% in Lombardia, il 2% in Lazio e l'1% in Campania). E' quanto emerge da uno studio, basato sui dati della "prima ondata" dell'epidemia, dei ricercatori di Fondazione Bruno Kessler (Fbk), Istituto superiore di sanita' (Iss) e Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro (Inail) pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States (Pnas).

Come conseguenza, l'analisi suggerisce che gli effetti delle riaperture possono essere diversi da regione a regione a seguito dei diversi livelli di immunita' raggiunta e della diversa prevalenza di infezione. La ricerca suggerisce anche un possibile ruolo della struttura demografica, con un minore impatto di Covid-19 nelle regioni con popolazione più giovane.

Infine, gli autori hanno stimato che il tasso di notifica (quante infezioni vengono individuate dal sistema di sorveglianza rispetto al totale delle infezioni, inclusi quindi anche tutti gli asintomatici) e' cresciuto da circa il 9,4% durante la prima onda a circa il 24,5% durante l'estate, probabilmente a causa della miglior capacita' di tracciamento dei contatti in regimi di bassa incidenza giornaliera di casi.

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January 08, 2021 06:47 ET (11:47 GMT)