I contagi da Covid-19 sono in calo in 15 stati, oltre che a Washington, D.C. e a Porto Rico, secondo quanto emerge da un'analisi dei dati della settimana, fino a mercoledì, comparati con quelli della settimana scorsa.

Negli stati nord-orientali degli Stati Uniti, che hanno visto uno dei tassi di contagio più alti durante l'ultimo picco, i nuovi casi sono in calo del 36% su base settimanale.

Su scala nazionale il calo è stato più modesto, con la media settimanale di nuovi casi di Covid-19 che è calata dell'1%mercoledì, secondo il totale calcolato da Reuters.

I dati sul Covid-19 spesso rimangono indietro rispetto alla situazione effettiva.

"Certamente [il calo dei contagi] fa presagire sviluppi positivi per quel che riguarda la traiettoria di Omicron", ha detto Wafaa El-Sadr, professore di epidemiologia e medicina alla Columbia University di New York.

Benché i numeri in calo in quelle aree degli Usa che sono state colpite per prime e più duramente dalla variante offrano una speranza tangibile di una svolta, i contagi sono ancora in aumento in altre aree del paese.

I nuovi casi sono ancora in aumento nel Midwest, che ha visto la più alta crescita settimanale con il 14%, seguito dal Sud con l'8% e dagli Stati occidentali con il 7%, anche se l'incremento ha rallentato in maniera considerevole nelle ultime settimane.

Su scala nazionale, si registra una media giornaliera ancora piuttosto alta di 765.000 nuovi casi al giorno, in calo rispetto al picco di 805.000 del 15 gennaio. Le morti, che solitamente seguono di tre settimane i casi, toccano una quota media di 1.950 al giorno, in aumento rispetto ai 1.300 decessi di inizio mese, ma significativamente al di sotto delle 3.300 vite perse quotidianamente durante il picco di gennaio 2021.

Le ospedalizzazioni da coronavirus, un altro indicatore "ritardatario" hanno toccato un massimo record mercoledì, con 152.555 ricoveri, secondo un conteggio Reuters, ma hanno mostrato segni di stabilizzazione intorno a quota 150.000 nel corso della settimana.

"Dobbiamo essere coscienti di non essere ancora fuori pericolo, che c'è una lieve speranza, che c'è una luce in fondo al tunnel", ha detto El-Sadr. "Quella luce è vicina o lontana a seconda di chi siamo e di dove ci troviamo".

(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)