ROMA (MF-DJ)--"Qualcosa si può fare, ma bisogna vedere con che autorizzazioni e in che tempi". Lo ha detto alla Stampa Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria e di Janssen Italia, che giovedì vedrà il ministro Giancarlo Giorgetti per fare il punto sulla produzione italiana di vaccini.

Scaccabarozzi ha spiegato che ci sono aziende "potenzialmente" disponibili, ma "bisogna capire se hanno delle linee adatte ai vaccini Covid, quali parti possono realizzare e se non sono già impegnate per gli antidoti di morbillo e influenza. Per quest'ultima a marzo si devono cominciare a produrre le dosi per l'anno prossimo".

"Molte aziende possono contribuire all'infialatura. E Marchesini di Bologna, che fa macchine per la farmaceutica, può dimezzare i tempi di produzione dei dispositivi per costruire gli infialatori. Potenzialmente possiamo infialare tutti i vaccini d'Europa, ma non basta", ha continuato Scaccabarozzi aggiungendo che "alcune aziende stanno studiando se riescono a dedicare una linea ai vaccini Covid o a trovare i bioreattori per creare i liquidi da infialare. Questo sarebbe un apporto più. completo".

A Giorgetti, "dirò che si tratta di una missione delicata. Se anche trovassimo i bioreattori necessari ci vorrebbero 4-6 mesi dal momento della loro attivazione per ottenere i vaccini", ha affermato Scaccabarozzi.

Alla domanda se ha senso o si rischia di arrivare dopo le consegne delle dosi già ordinate, "è il tema centrale: adesso tutti vogliono i vaccini, ma tra qualche mese non sarà più così. Una pianificazione nazionale sarebbe sicuramente utile anche per il futuro, in vista di altre epidemie, però chi si mettesse a produrli ora necessiterebbe di garanzie. E poi bisognerebbe correre, per cui servirebbe uno snellimento di autorizzazioni e ispezioni".

Al primo incontro Farmindustria non chiederà "niente" per attivarsi, "anche perché le aziende coinvolte verrebbero pagate dalle case farmaceutiche che esternalizzerebbero parte della produzione. Succede già con la Catalent per AstraZeneca e Janssen e con Sanofi per Pfizer e ancora Janssen. Il lato importante da concordare è quello operativo e burocratico, penso per esempio a una squadra dedicata per facilitare i lavori".

Su quali vaccini si potrebbero produrre, "superata questa prima fase lo si deciderà confrontandosi con i produttori, anche se quelli a Rna potrebbero essere più complessi da realizzare", ha precisato il presidente di Farmindustria.

Per le case farmaceutiche "basterà un contratto di fornitura in conto terzi, di quelli che in Italia si usano da sempre tanto che siamo i maggiori conto terzisti d'Europa".

Il ritardo dei vaccini, ha spiegato Scaccabarozzi, è solo un problema di produzione, "il contratto europeo funziona e impedisce alle case farmaceutiche di vendere direttamente per evitare ingiustizie e concorrenze inutili".

Alla domanda se sia possibile acquistare vaccini sottobanco, "le case farmaceutiche assicurano di no, e nessuno ha dimostrato il contrario. Temo che i mediatori vendano dosi che non hanno. Fossi nelle regioni starei attento e chiamerei i Nas", ha puntualizzato.

Il vaccino di Johnson&Johnson "spero" venga approvato "entro marzo e da aprile ci sarà un vaccino in più. Gli studi clinici su 44mila persone lo dimostrano, ma sarà l'Ema a dire l'ultima parola. Per prudenza stiamo testando anche le due dosi per vedere se danno un'immunità più lunga".

"La produzione è iniziata ad aprile, ma è difficile dirlo. All'Ue ne arriveranno 200 milioni entro l'anno, di cui all'Italia 27 da aprile a dicembre", ha concluso Scaccabarozzi.

vs

(END) Dow Jones Newswires

February 23, 2021 03:19 ET (08:19 GMT)