MILANO (MF-DJ)--Uno studio dell'Università di Oxford ha rilevato che il rischio di rare trombosi è da otto a dieci volte maggiore nei malati di Covid-19 piuttosto che nelle persone che hanno ricevuto uno dei primi tre vaccini sviluppati e approvati in Occidente.

Lo studio, che coinvolge i sieri di Pfizer/BioNTech, Moderna e AstraZeneca, si aggiunge alle prove relative ai problemi di coagulazione del sangue che le autorità di regolamentazione e i Governi dovranno prendere in considerazione per valutare la possibilità di continuare a somministrare o meno dei vaccini.

I funzionari statunitensi hanno raccomandato di sospendere il vaccino monodose contro il Covid-19 sviluppato da Johnson&Johnson mentre studiano un possibile legame tra l'iniezione e un numero molto limitato di casi di trombosi. Lo studio di Oxford non ha esaminato i dati dei pazienti destinatari del vaccino di J&J.

Il vaccino di AstraZeneca non è stato approvato per l'uso negli Stati Uniti ma molti Governi in tutta Europa lo hanno limitato, dopo diversi casi di trombosi venosa cerebrale, o Cvst.

AstraZeneca ha affermato che sta collaborando con le autorità di regolamentazione che continuano le revisioni sulla sicurezza e affermano che i benefici del vaccino superano i rischi. J&J ha detto di essere a conoscenza dei casi di trombosi e che sta lavorando con le autorità sanitarie.

Gli scienziati dietro lo studio di Oxford, che non è stato sottoposto a peer review, hanno affermato che i rischi legati alla coagulazione per chi contrae il Covid-19 sono molto maggiori di qualsiasi rischio di trombosi dopo la somministrazione dei tre vaccini contro il Covid-19 oggetto dello studio, che sono già in ampia circolazione e dovrebbero aiutare ad alleviare l'esitazione nei confronti del vaccino. I ricercatori hanno affermato che la Cvst potrebbe essere più comune negli adulti affetti dal Covid rispetto a quanto stimato in precedenza e hanno deciso di confrontare il tasso con i gravi casi di trombosi che sembrano essere collegati alle vaccinazioni.

I ricercatori hanno detto, tuttavia, che i dati utilizzati sono troppo limitati per fare confronti statisticamente validi sull'occorrenza del Cvst tra i destinatari di diversi vaccini o con la popolazione generale.

Gli scienziati di Oxford hanno affermato che altri limiti dei dati includono la rarità delle trombosi in tutti i gruppi e l'inclusione dei bambini nel set di dati degli Stati Uniti. La revisione dei dati, inoltre, non ha fatto luce sulle cause delle trombosi connesse al virus ai vaccini che potrebbero sovrapporsi o contribuire alla formazione di coaguli.

cos

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April 16, 2021 05:59 ET (09:59 GMT)