MILANO (MF-DJ)--Scienziati di tutto il mondo stanno correndo per capire perché i vaccini contro il Covid-19 di AstraZeneca e Johnson&Johnson stiano causando coaguli di sangue rari ma potenzialmente mortali.

Determinare la connessione aiuterebbe i pazienti, i medici e le agenzie sanitarie a valutare meglio i rischi posti dai vaccini e a calibrare in modo sicuro il loro utilizzo. Nelle ultime settimane, gli Stati Uniti, la provincia canadese dell'Ontario e diversi paesi europei, tra cui Norvegia e Danimarca, hanno sospeso o interrotto completamente la somministrazione di questi vaccini.

"Comprendere la causa è della massima importanza per i vaccini di prossima generazione, perché il coronavirus rimarrà con noi e la vaccinazione diventerà probabilmente stagionale", ha detto Eric van Gorp, professore all'Università Erasmus nei Paesi Bassi che dirige un gruppo di scienziati che studiano l'effetto collaterale.

In Germania un ricercatore pensa di aver scoperto cosa sta provocando i coaguli. Andreas Greinacher e il suo team presso l'Università di Greifswald credono che i cosiddetti vaccini virali vettoriali - che utilizzano virus del raffreddore innocui modificati, noti come adenovirus, per veicolare materiale genetico nei destinatari del vaccino per combattere il coronavirus - possano causare una risposta autoimmune che porta a coaguli di sangue. Secondo Greinacher, tale reazione potrebbe essere legata alle proteine vaganti e a un conservante che è stato trovato nel vaccino di AstraZeneca.

Greinacher e il suo team hanno appena iniziato a esaminare il vaccino di Johnson&Johnson, ma hanno identificato più di 1.000 proteine nel vaccino di AstraZeneca derivate da cellule umane, nonché un conservante noto come acido etilendiamminotetraacetico o Edta. La loro ipotesi è che l'Edta, comune in molti farmaci e altri prodotti, aiuti quelle proteine a disperdersi nel flusso sanguigno, dove si legano a un componente del sangue chiamato fattore piastrinico 4, o PF4, formando complessi che attivano la produzione di anticorpi.

L'infiammazione causata dai vaccini, combinata con i complessi PF4, potrebbe indurre il sistema immunitario a credere che il corpo sia stato infettato da batteri, innescando un meccanismo di difesa che poi va fuori controllo e causa coagulazione e sanguinamento.

Il professore John Kelton della McMaster University in Canada, il cui gruppo gestisce il laboratorio di riferimento canadese che testa o pazienti con problemi di coagulazione del sangue dopo la vaccinazione, ha detto che il laboratorio ha replicato alcune delle ricerche di Greinacher e ha confermato i suoi risultati.

Eppure la causa non è chiara. "L'ipotesi di Greinacher potrebbe essere giusta, ma potrebbe anche essere sbagliata", ha detto Kelton.

Greinacher sta lavorando per confermare la sua teoria, sperando di ottenere la collaborazione dei produttori dei vaccini. Il suo team ha testato i vaccini di AstraZeneca e ha appena ricevuto alcune dosi da Johnson&Johnson. L'Università di Greifswald sta ora negoziando con i produttori di farmaci un maggiore accesso ai loro processi di produzione dei vaccini.

"Sosteniamo fortemente la sensibilizzazione sui segnali e i sintomi di questo evento molto raro e attualmente stiamo esplorando una potenziale collaborazione con Greinacher", ha detto un portavoce di Johnson&Johnson.

Il tipo di coagulazione osservato è noto come trombocitopenia trombotica immunitaria indotta dal vaccino o Vitt. Studi sottoposti a peer review dal gruppo del professor Greinacher, nonché dai team dell'Università di Oslo e dell'University College di Londra, hanno confermato in modo indipendente la sua esistenza.

La maggior parte dei centri scientifici che indagano sul problema, identificato per la prima volta a marzo, sono esperti di trombocitopenia indotta da eparina o Hit, che ha sintomi e risultati quasi identici alla Vitt. Con l'Hit, l'eparina, un farmaco che fluidifica il sangue, causa la formazione di coaguli associati a una diminuzione anormale degli agenti coagulanti naturali del sangue.

Alcuni scienziati pensano che gli stessi adenovirus possano svolgere un ruolo nell'innescare il problema perché sono stati collegati alla coagulazione del sangue. Altri ipotizzano che le persone colpite possano avere predisposizioni genetiche o che il loro sistema immunitario abbia precedentemente sviluppato l'anticorpo problematico.

Un'altra teoria suggerita dal professor van Gorp è che i brevi ma forti sintomi simili all'influenza che molti destinatari riferiscono dopo l'iniezione causino infiammazioni che potrebbero innescare o esacerbare reazioni autoimmuni che portano alla coagulazione del sangue.

Uno dei motivi per cui la coagulazione indotta dal vaccino potrebbe non essere stata segnalata in passato è perché i sieri che utilizzano la tecnologia vettoriale virale non sono stati somministrati su larga scala. Il vaccino russo Sputnik V e quello CanSino Biologics dalla Cina utilizzano la stessa tecnologia di AstraZeneca e Johnson&Johnson, ma finora non sono stati collegati a problemi di coagulazione.

L'unico vaccino simile ampiamente somministrato prima della pandemia è quello contro l'Ebola di Johnson&Johnson, che è stato somministrato ad almeno 60.000 persone fino allo scorso luglio.

La coagulazione si verifica tra uno su 28.000 e uno su 100.000 persone vaccinate, secondo i dati europei, ed è estremamente raro tra le centinaia di milioni di dosi somministrate finora ma superiore al livello di uno su 150.000 precedentemente ipotizzato da alcune autorità mediche, ha detto il professor Greinacher. La maggior parte delle centinaia di persone colpite dal problema sono guarite ma tra un quinto e un terzo di loro sono morte e altre potrebbero subire conseguenze permanenti.

I dati dei regolatori statunitensi ed europei finora suggeriscono che le giovani donne siano quelle più colpite dal problema ma diversi scienziati, tra cui Sabine Eichinger, ematologa austriaca che ha curato uno dei primi pazienti che ha riscontrato il problema, hanno affermato che la correlazione potrebbe riflettere il fatto che gli operatori sanitari e gli insegnanti sono stati tra i primi a ottenere i vaccini in Europa e la maggior parte di loro sono donne giovani.

Non vi è alcuna indicazione che l'assunzione di pillole contraccettive o avere avuto malattie simili in passato metta i destinatari del vaccino a maggior rischio.

cos

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May 14, 2021 05:25 ET (09:25 GMT)