ROMA (MF-DJ)--«Il cambiamento è iniziato, in tutto il mondo. Un mutamento profondo che investe sia il modo di stare sul mercato, sia la vita interna alla banca. Siamo spinti a uscire dagli schemi tradizionali. A partire dai modelli di lavoro e dalla diversity, della quale mi sono occupato per anni. Sono stato il primo anni fa a promuovere dirigente una collega part-time, se ci pensa un piccola rivoluzione».

Lo afferma in un'intervista al Corriere dell Sera il capo di Deutsche Bank Italia, Roberto Parazzini, che vede avvicinarsi «l'occasione storica di cambiare la mentalità della classe dirigente del Paese». Con la trasformazione di Db spa l'istituto sarà "sempre meno banca universale e sempre più banca specializzata. Ci ri-focalizziamo sulle attività nelle quali siamo forti qui, in Europa e nel mondo». In Italia "saremo più snelli, ma più specializzati e continueremo a investire, come già stiamo facendo da mesi, nell'assunzione di professionisti del wealth management e delle relazioni con le imprese, oltre che di giovani neolaureati. L'Italia è strategica per Deutsche Bank che l'anno prossimo festeggerà i primi 45 anni di presenza nel Paese.È il secondo mercato dell'Eurozona dopo la Germania e il più rilevante per la divisione International Private Bank, la cui sigla è Ipb. Sarà questa ad evolvere verso un modello di banca specializzata».

Inoltre, continua, «ridurremo progressivamente l'attività tradizionale di sportello per costruire Ipb su tre pilastri: banca per gli imprenditori, premium bank più focalizzata sulla clientela cosiddetta affluent, credito al consumo. A fianco di Ipb resteranno le altre divisioni, presenti in tutto il mondo come Corporate, investment e Dws. Un dato importante: per Ipb, che tra l'altro a livello globale è guidata da un italiano, Claudio de Sanctis, l'Italia è il Paese che apporta più ricavi».

Il manager ricorda che il gruppo ha ceduto "Deutsche Bank Financial Advisors a una realtà di eccellenza come Zurich Italia, che sono nostri partner e sapranno continuarne la storia di successo. Per i colleghi, che ringrazio ancora una volta per l'ottimo lavoro, si tratta di nuovo inizio. Per noi l'avvio del piano di trasformazione».

«Ci piacciono le imprese che vogliono fare il salto dimensionale, le aziende di famiglia che intendono managerializzarsi, il made in Italy che guarda ai mercati globali. Noi siamo i partner ideali, siamo ovunque e con una piattaforma di servizi integrati con pochi eguali, sia per la sfera aziendale che per quella privata. Naturalmente continueremo ad accompagnare i grandi gruppi italiani nel mondo», sottolinea. Il credito al consumo "è un settore nel quale siamo molto forti con il brand DB Easy, amplieremo l'offerta multiprodotto».

Secondo Parazzini, che fa parte del comitato dei ceo Emea, l'industria bancaria in Europa "è a un bivio, oggi non abbiamo banche in grado di competere con i giganti asiatici e americani, alcuni dei quali in un quadrimestre producono utili pari all'intera capitalizzazione di una grande banca europea. Le conseguenze di queste sproporzioni sono sottovalutate». Quindi bisogna fare "l'Unione bancaria prima di tutto, un mercato unico dei capitali e un'ulteriore omogeneizzazione dei regimi regolatori. Dovrebbe essere normale ad esempio per un cittadino italiano poter aprire un conto in una banca svedese, non lo è. E poi le aggregazioni, la creazione di campioni dell'Eurozona», conclude.

pev

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September 07, 2021 03:10 ET (07:10 GMT)