L'indice sul dollaro sale dello 0,25% a 92,266. Venerdì è sceso a 91,941 per la prima volta dal 4 agosto, dopo che i dati Usa hanno toccato il minimo da sette mesi in agosto.

Se i numeri deludenti giunti venerdì dagli Usa hanno ridotto le aspettative che la Fed possa ricorrere a toni 'hawkish' al suo meeting questo mese, gli analisti sostengono che i dati siano un altro richiamo sul rallentamento della crescita globale quest'anno, una zavorra per divise come l'euro e il dollaro australiano.

I numeri sugli occupati Usa non hanno provocato una nuova ondata di vendite oggi con il biglietto verde forte negli scambi asiatici e in quelli londinesi, con l'euro e il dollaro australiano tornati ai livelli di venerdì prima dei 'payroll'.

Il tasso del decennale Usa di riferimento, sui massimi di una settimana, ha contribuito a sostenere la divisa statunitense in una seduta che vede i mercati Usa chiusi per festività.