MILANO (MF-DJ)--L'esito definitivo della competizione elettorale arriverà con il «terzo turno». Saranno le legislative di giugno a decidere per la Francia, e anche per i mercati finanziari, dopo il secondo turno del 24 aprile delle elezioni presidenziali. Ecco perché secondo Kevin Thozet, membro del comitato investimenti di Carmignac.

Domanda. I mercati finanziari hanno sbandierato finora un certo ottimismo guardando all'esito elettorale. Quanto è giustificato?

Risposta. In effetti già con le prime reazioni lo spread Oat-Bund è tornato sotto i 45 punti base, l'euro si è apprezzato dell'1% rispetto al dollaro e il Cac 40 ha sovraperformato le altre piazze europee. Al di là di questo secondo turno, la vera svolta per la Francia e per i mercati finanziari è rappresentata dalle elezioni legislative previste per giugno. Sarà in quel contesto che peserà il divario effettivo dei consensi, cioè l'ampiezza della vittoria e quanto, di conseguenza, il vincitore farà valere il suo peso nelle decisioni che contano. A differenza del 2017, le opposizioni, anche frammentate, hanno un significativo bacino di elettori che si è molto consolidato.

D. Intende dire che un lato c'è un presidente che presiede, e dall'altro un governo che governa...

R. Il presidente da solo non sarà in grado di attuare il programma politico previsto senza l'appoggio di una maggioranza in Parlamento. Ritrovarsi alle prese con un governo di coalizione, limita il suo margine d'azione per attuare le riforme del proprio programma elettorale e in particolare, la contestatissima riforma delle pensioni. Un parlamento indebolito, inoltre, potrebbe anche ostacolare la capacità d'iniziativa a livello europeo.

D. Quali saranno le conseguenze per i mercati finanziari?

R. C'è da aspettarsi un aumento dei tassi d'interesse francesi a medio termine. Comunque, l'orizzonte temporale e la portata di tale rialzo potrebbero variare. In realtà, la prevalenza netta di Macron dovrebbe in un primo momento portare a un inasprimento degli spread e poi a un aumento dei tassi d'interesse francesi sostenuto dalla politica pro-crescita dell'attuale presidente e da un sentiment di mercato maggiormente ottimista. Resta in ogni caso lo spettro comune agli alti Paesi europei: a seguito della fase monetaria restrittiva si avrà un aumento dei tassi. Ma sarà importante piuttosto verificare nelle prossime settimane un eventuale incidenza sui mercati di uno shock anche temporaneo in termini di fiducia. L'aumento del deficit a causa di una maggiore incertezza potrebbe scoraggiare il clima di ripresa e di tentativo di recupero.

D. L'idea di un'Europa delle Nazioni, se dovesse prevalere, può indebolire a breve termine l'euro. Cosa accadrà, invece, ai titoli azionari quotati?

R. Per quanto riguarda i mercati azionari, generalmente le elezioni politiche non sono il principale driver dei rendimenti, che tendono ad essere in gran parte guidati da fattori globali e non locali. Cioè quasi sempre da tassi di interesse, inflazione, impatto dell'atteso stimolo cinese, calo della crescita economica. In merito agli asset non quotati, potremmo in ogni caso assistere al rilancio del private equity in Francia, e inoltre sarà favorito lo sviluppo di nuove start-up, dato che c'è una pressione per detassare il reddito per i giovani lavoratori e l'esenzione fiscale per i giovani imprenditori sotto i 30 anni. Le elezioni legislative del 12 e 19 giugno saranno determinanti anche il futuro dell'Europa.

fch


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April 25, 2022 02:52 ET (06:52 GMT)