La società con maggiore numero di dipendenti resta Poste Italiane, mentre a livello di gruppi bancari, nella parte più alta del podio c'è Unicredit per totale attivi, destinato però a essere superato quest'anno da Intesa Sanpaolo post Opas su Ubi Banca.

E' quanto emerge dall'indagine dell'Area Studi Mediobanca che ha oggi presentato la 55esima edizione dello studio sulle principali società italiane. Lo studio analizza i bilanci di 3.449 aziende, suddivise in base al settore in cui operano.

Nella Top 20 per fatturato nell'industria, dietro Enel ed Eni, figura Gse (società pubblica che svolge attività di compravendita di energia elettrica) con un fatturato di 29,7 miliardi, mentre FCA Italy con 24,4 miliardi di ricavi si mantiene in quarta posizione. Al quinto posto Telecom Italia, mentre Edizione, sesta, recupera una posizione grazie al consolidamento della spagnola Abertis. Settima Leonardo, ottava Ferrovie dello Stato, mentre in nona posizione troviamo Prysmian e in decima il gruppo Saras che fa capo alla famiglia Moratti.

Rispetto alla scorsa edizione sono uscite dalla classica Luxottica e Italiana Petroli, sostituite dagli ingressi di Hera e Volkswagen.

In sintesi, delle top 20, nove sono società a controllo pubblico, quattro a controllo privato italiano e sette a controllo estero.

Il maggiore datore di lavoro è Poste Italiane, con oltre 129.243 dipendenti, nonostante il calo del 3,8% sul 2018, seguono Ferrovie dello Stato (83.764 unità) e Edizione (80.044). Lo studio sottolinea che "il primato di Poste deriva dall'assenza in classifica del gruppo Exor (che ha portato la sede in Olanda) che nel 2019 sfiora i 269.000 addetti (con circa il 26% in Italia)".

Inoltre, i debiti finanziari più consistenti a fine 2019 sono in capo a Enel (62,3 miliardi, in aumento del 9,7%), ma il gigante elettrico è anche campione di utili con 6.963 milioni nel biennio 2018-2019, seguita da Eni con 4.274 milioni.

BANCHE E ASSICURAZIONI, PRIME UNICREDIT E GENERALI

Per l'edizione corrente l'indagine analizza 406 bilanci, di cui 40 consolidati relativi al 2019 che non risentono ancora dell'effetto Covid. L'attivo tangibile degli istituti italiani ammonta a 2.627 miliardi, con un aumento di 38 miliardi (+1,5%) sul 2018.

Il 2019 conferma l'andamento degli anni precedenti. Nel banking, UniCredit e Intesa Sanpaolo rimangono in testa alla classifica rispettivamente con 852,8 e 806,9 miliardi di totale attivo tangibile. Seguono, con ampio scarto, Cassa Depositi e Prestiti (385,8 miliardi) e Banco BPM (165,8 miliardi).

Per quanto riguarda la qualità del credito, dopo il picco del 2015 (198 miliardi), a fine 2019 la massa dei crediti deteriorati netti degli istituti ammontava a 64 miliardi, in diminuzione del 25,6% rispetto al 2018 che fa seguito al -28% medio del biennio precedente.

Sul fronte delle compagnie di assicurazioni, Generali mantiene un dominio assoluto sulla Top10 dei gruppi con premi lordi che ammontano a 68,2 miliardi, grazie alla sua struttura multinazionale. Seguono il gruppo Poste Vita (18 miliardi) e Unipol Gruppo (13,9 miliardi).

IMPRESE DINAMICHE

Infine, l'indagine prende in esame anche le cosiddette società "dinamiche" del quarto capitalismo: aziende manifatturiere che hanno realizzato un incremento delle vendite pari almeno al 20% sia rispetto ai livelli del 2011 che a quelli del 2018 e un'incidenza del risultato sul fatturato 2019 non inferiore al 4%. Nel 2019 sono 8 di cui 4 medie - SPW-Sportswear Company (Modena), Forgiatura Morandini (Brescia), Ocrim (Cremona), la quotata all'Aim Pattern (Torino) - e 4 mediograndi: Sodalis (Lodi), la quotata all'Aim Lu-Ve(Varese), Aetna Group Holding (Rimini) e RCF Group (Reggio Emilia).

(Giancarlo Navach, in redazione a Roma Francesca Piscioneri)