ROMA (MF-DJ)--"Qualora gli interventi a favore di imprese e famiglie dovessero essere rinnovati fino alla fine dell'anno alle stesse condizioni previste per il primo trimestre, il costo complessivo sarebbe dell'ordine del 3,5% del Pil (sostanzialmente in linea con quello del 2022)".

Lo ha detto Fabrizio Balassone, capo del Servizio Struttura Economica

del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d'Italia, durante

un'audizione sulla manovra davanti alle commissioni Bilancio di Camera e

Senato, aggiungendo che "in questo scenario sarebbe importante

rendere le misure ancora più mirate e selettive nonché finanziarle prioritariamente ricorrendo a risparmi di spesa o a maggiori entrate"

Balassone ha spiegato che "circa il novanta per cento degli interventi è a favore di imprese e famiglie; le restanti risorse sono destinate principalmente a finanziare lo stoccaggio e la gestione del gas naturale e a garantire la continuità dei servizi offerti dagli Enti locali e dei lavori sulle opere pubbliche".

È prevista l'estensione al primo trimestre del 2023 - e in taluni casi il potenziamento - di alcuni degli interventi introdotti nei mesi scorsi; in particolare dei crediti d'imposta a favore delle imprese per l'acquisto di energia elettrica, gas naturale e carburanti (10 miliardi); della riduzione dell'Iva sul gas naturale e degli oneri generali

sul suo consumo e su quello di elettricità (5,6 miliardi); c) del "bonus sociale" (circa 2,5 miliardi). Non viene invece prorogata la riduzione delle accise sui carburanti.

Secondo Bankitalia "si può altresì valutare che circa il 40 per cento delle risorse stanziate per mitigare l'impatto della crisi energetica

sui bilanci di imprese e famiglie sia destinato al finanziamento di misure "mirate". L'importanza di concentrare le risorse su interventi di questa natura è stata più volte sottolineata, anche al fine di contenere l'onere per la finanza pubblica. Andrebbe valutata con attenzione la possibilità di collegare meglio il sostegno alle imprese all'effettivo impatto dello shock energetico sul loro conto economico. È auspicabile che i segnali di prezzo siano preservati, entro limiti ragionevoli, in modo tale da incentivare l'adozione di comportamenti virtuosi di

risparmio energetico, laddove possibile".

"Complessivamente, a partire dal secondo trimestre del 2021, agli interventi volti a mitigare l'impatto della crisi energetica sono state destinate risorse pari a circa il 5% del Pil del 2022, di cui circa un terzo per il contenimento dei costi delle bollette di famiglie e imprese e altrettanto per crediti di imposta per le imprese", ha concluso Balassone.

vs

fine

MF-DJ NEWS

0510:21 dic 2022


(END) Dow Jones Newswires

December 05, 2022 04:22 ET (09:22 GMT)