MILANO (MF-DJ)--La già frenetica competizione globale per gli investimenti nell'energia green si è intensificata oggi dopo che la vicepresidente esecutiva della Commissione Ue con delega alla concorrenza, ha definito "tossici" i massicci incentivi degli Stati Uniti, mentre l'Unione prepara le proprie contromisure.

Gli incentivi statunitensi, inclusi nell'Inflation Reduction Act approvato dal Congresso alla fine dello scorso anno, hanno spinto le aziende a rivalutare la destinazione di miliardi di dollari di investimenti e i partner commerciali degli Stati Uniti a considerare di introdurre a loro volta sussid. Vestager ha affermato che una maggiore spesa relativa al clima fa bene all'ambiente e alle aziende europee, sottolineando però che l'Ira contiene disposizioni discutibili che corrono il rischio di diluire il comune senso di intenti nell'affrontare il cambiamento climatico.

La legislazione statunitense è "tossica" in parte a causa dei prezzi elevati e volatili dell'energia in Europa, che sono aumentati l'anno scorso quando la Russia ha ridotto le forniture di gas naturale del continente, ha aggiunto spiegando che il piano dell'Ue per allentare le regole sui sussidi governativi dovrà in generale concentrarsi sugli stessi settori della tecnologia pulita della legislazione statunitense. Gli adattamenti alle norme sugli aiuti di Stato "devono essere mirati ai settori realmente strategici", ha affermato.

Aziende come il produttore svizzero di pannelli solari Meyer Burger Technology e l'unità di produzione di batterie della turca Kontrolmatik Technologies Energy and Engineering affermano che gli incentivi statunitensi le hanno già spinte a spostare i loro investimenti. Dicono anche che i futuri investimenti negli Stati Uniti potrebbero avvenire a scapito delle loro regioni d'origine. "Puoi spendere ogni dollaro o euro solo una volta", ha detto Gunter Erfurt, amministratore delegato di Meyer Burger.

L'Inflation Reduction Act include 369 miliardi di dollari in incentivi e finanziamenti per l'energia pulita, principalmente tramite crediti d'imposta per progetti che vanno dai parchi solari alla produzione di batterie a strutture per la cattura dell'anidride carbonica. I produttori e i costruttori globali attivi nell'energia rinnovabile hanno annunciato decine di miliardi di dollari in nuovi investimenti negli Stati Uniti solo nell'ultimo semestre e molti affermano che i sussidi hanno stimolato le loro decisioni. Il mutevole panorama degli investimenti ha provocato un contraccolpo in Europa, Asia e Canada, con alcuni governi che stanno esplorando politiche per mantenere gli investimenti green in patria. Politici e aziende come la sudcoreana Hyundai Motor sostengono che alcuni degli incentivi sono ingiusti perchè favoriscono chi produce negli Stati Uniti.

La scorsa settimana la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che l'Ue intende sviluppare un proprio piano industriale per allentare le regole sugli aiuti di Stato e offrire maggiori finanziamenti per la produzione di tecnologia pulita. Le multinazionali stanno approfittando del momento per fare pressione sui legislatori stranieri affinchè approvino sovvenzioni simili a quelle degli Stati Uniti. Al World Economic Forum della scorsa settimana a Davos i dirigenti d'azienda si sono uniti attorno al senatore Dem Joe Manchin, uno dei principali fautori della legislazione statunitense. Henrik Andersen, l'amministratore delegato della società danese Vestas Wind Systems, uno dei più grandi produttori di turbine eoliche al mondo, ha detto che i leader in Europa dovrebbero copiare la legge degli Stati Uniti e darle semplicemente un nuovo nome. "Invece di lamentarsi l'Europa dovrebbe elaborare qualcosa di simile", ha detto l'ad in un'intervista al Wall Street Journal.

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January 25, 2023 09:04 ET (14:04 GMT)