L'indice delle spese per consumi personali (Pce) - l'indicatore preferito dalla banca centrale Usa per l'inflazione - è salito a dicembre del 5,0% su base annua, meno del 5,5% di novembre e ai minimi da settembre 2021.

Il Pce 'core', che la Fed utilizza per misurare la dinamica di fondo dell'inflazione escludendo le componenti volatili, è aumentato del 4,4% rispetto a un anno prima, al ritmo più lento da ottobre 2021. Nella media degli ultimi tre mesi è salito di circa il 3,2% su base annualizzata.

Questo rallentamento spinge i trader a scommettere che la Fed metterà presto fine alla stretta di politica monetaria più aggressiva dagli anni '80, pensata per raffreddare la domanda in tutta l'economia nel tentativo di riportare l'inflazione, balzata l'anno scorso ai massimi di 40 anni, al target del 2%.

"La Fed può legittimamente ridurre il ritmo dei rialzi dei tassi la prossima settimana, dato che l'inflazione rallenta", ha detto Jeffrey Roach, capo economista di Lpl Financial.

I futures legati al tasso di riferimento della Fed prezzano la quasi certezza che la banca centrale alzerà il tasso di riferimento al 4,5%-4,75% al termine della riunione del 31 gennaio-1 febbraio, dall'attuale 4,25%-4,5%, con un altro aumento di un quarto di punto previsto per marzo.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Sabina Suzzi)