È quanto emerge dai verbali della riunione di giugno sulla politica monetaria della banca centrale statunitense, che sono stati resi pubblici ieri sera.

Nei verbali, che riflettono le divisioni interne della Fed alle prese con nuovi rischi di inflazione ma ancora con una disoccupazione relativamente alta, si legge che secondo "vari partecipanti" alla riunione del 15-16 giugno, le condizioni per ridurre gli acquisti di asset della banca centrale sono state "soddisfatte un po' prima di quanto avessero previsto".

Altri hanno visto un segnale meno chiaro dai dati in arrivo e hanno avvertito che la riapertura dell'economia dopo la pandemia ha lasciato un insolito livello di incertezza che richiede un approccio "paziente" a qualsiasi cambiamento di politica monetaria, secondo i verbali.

Tuttavia, "una maggioranza sostanziale" dei funzionari ha visto i rischi di inflazione "orientati al rialzo" e la Fed nel suo insieme ha ritenuto necessario prepararsi ad agire se tali rischi si dovessero concretizzare.

I verbali non specificano quando la Fed inizierà a modificare gli acquisti mensili di bond e i tassi di interesse vicini allo zero messi in atto nella primavera del 2020 per sostenere l'economia attraverso la pandemia di coronavirus e la relativa recessione.

Tuttavia, hanno mostrato che il dibattito su tali questioni è seriamente iniziato, con i funzionari della Fed che hanno presentato una serie di opinioni ampiamente divergenti sui rischi che l'economia deve affrontare, il livello di incertezza e hanno persino analizzato dettagli come l'eventualità di limitare gli acquisti di titoli garantiti da ipoteca più velocemente di quelli dei Treasury statunitensi.

Le azioni statunitensi e il dollaro sono rimasti pressoché invariati dopo la pubblicazione dei verbali, mentre il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni si è allontanato dai livelli minimi.

(Tradotto da Alice Schillaci in redazione a Danzica, in redazione a Roma Francesca Piscioneri)