MILANO (MF-DJ)--C'è un solo fornitore ufficiale di cannabis in Italia. La frase presa così fa sorridere e invece si tratta di un problema economico serio che è finito sul tavolo dell'Antitrust. Tutto è partito da una segnalazione della società italiana FL Group, controllata dalla canadese Tilray, leader mondiale nella produzione e commercializzazione di medicinali a base di cannabis terapeutica che ha chiuso il 2020 con ricavi passati da 166 a 210 milioni di euro.

Pochi giorni fa la controllata italiana guidata dall'amministratore delegato Alessandro Pastorino ha inviato una segnalazione all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sul sistema di approvvigionamento italiano che obbliga gli operatori nazionali autorizzati a rivolgersi a un'unica azienda olandese, la Bedrocan, per importare la materia prima idonea alla preparazione di medicinali a base di cannabis. «Si tratta di un sistema che a nostro avviso non è giustificato da alcuna ragione di salute pubblica, anzi costituisce un limite alla disponibilità di prodotti per i pazienti ed è una misura discriminatoria per le imprese», è il parere di Pastorino. Oggi, aggiunge il numero uno di FL Group-Tilray, «ci sono diverse imprese, come la nostra, in grado di rispondere ai bisogni dei circa 30 mila pazienti che utilizzano i medicinali a base di cannabis terapeutica in supporto alle terapie tradizionali. L'Italia non produce né importa il fabbisogno necessario. Siamo a meno di 850 kg di materia prima importata a fronte di un fabbisogno stimato in almeno 2 tonnellate». Di questi 850 kg oltre due terzi sono importati esclusivamente dall'Olanda, come evidenziato da Pastorino, mentre circa 200 kg sono prodotti nello stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze.

«E' evidente che questo sistema non funziona», prosegue Pastorino, «tanto è vero che sono state bandite procedure di gara che però non hanno dato alcun risultato. Prima si obbliga a importare dall'Olanda e poi, quando non c'è disponibilità per coprire il fabbisogno, vengono indette gare aperte agli altri operatori; tutto ciò è poco trasparente e inefficiente». In sostanza, la tesi di FL Group-Tilray (che oggi registra circa un milione di ricavi in Italia) è che il vincolo di importazione dall'Olanda si traduca in mancanza di prodotti per i pazienti, ma anche in una pratica discriminatoria per le altre aziende europee che operano nel settore e che presentano caratteristiche e standard di processo persino superiori a quelle olandesi, oltre a essere dotate di certificazioni Gmp. «Sono diversi anni che si verifica questa problematica a causa di un assetto regolatorio che riteniamo inadeguato e in violazione della libera circolazione delle merci in Europa», commenta Pastorino. «Vorrei chiarire», sottolinea il ceo, «che parliamo di mettere a disposizione medicinali che servono a lenire sofferenze alle persone, non c'entra nulla il tema della liberalizzazione della cannabis per scopo ludico che crea solo confusione».

fch

(END) Dow Jones Newswires

July 06, 2021 02:52 ET (06:52 GMT)