Il dollaro estende i guadagni realizzati nella notte dopo i dati positivi sull'attività manifatturiera Usa, mentre 'Aussie', la divisa australiana, perde terreno sulla conferma che il Paese è in recessione per la prima volta da trent'anni.

L'indice del dollaro, negli ultimi tempi protagonista di un trend ribassista, guadagna lo 0,23% nei confronti di un paniere di sei valute.

I dati Usa di ieri hanno spinto le borse asiatiche. Apertura in rialzo anche per gli indici europei.

Benché non si possano prevedere gli effetti economici a lungo termine dell'epidemia di coronavirus, spiega l'analista di Commerzbank Thu Lan Nguyen, a guidare i tassi di cambio sono le performance economiche relative dei Paesi, assieme agli sviluppi di politica monetaria.

I dati Usa odierni sull'occupazione nel settore privato e sugli ordini all'industria "dovrebbero fornire ulteriore spinta al dollaro nel breve termine se si riveleranno altrettanto positivi", scrive l'analista in una nota.

Miste le valute più legate al rischio, con la corona norvegese in calo sul dollaro e la corona svedese e il dollaro neozelandese poco variati.

L'euro, salito ieri oltre la soglia di 1,20 dollari per la prima volta dal 2018, ritraccia leggermente scambiando a 1,1868, in calo dello 0,35%.