Il dollaro neozelandese è balzato dello 0,38% a $0,7023 dopo che un sondaggio di Bank of New Zeland ha mostrato che l'inflazione a breve termine dovrebbe aumentare nel quarto trimestre.

Ieri la sterlina è salita dello 0,5% ai massimi di una settimana contro dlr, dopo che un'impennata dell'inflazione britannica di ottobre, sui massimi da un decennio, ha aggiunto pressione sulla Banca d'Inghilterra per un aumento dei tassi nella riunione del mese prossimo.

La valuta britannica scambia stamani intorno a 1,3502 dollari, in leggero rialzo.

Contro yen, il dollaro è sceso fino a 113,86 yen, portandosi sotto ai massimi da quattro anni e mezzo visti ieri.

L'euro vale 1,1327 dollari, vicino al minimo da 16 mesi.

I dati forti sulle vendite al dettaglio Usa resi noti all'inizio della settimana hanno dato ancora carburante al recente rally del biglietto verde, iniziato dopo che le statistiche oltre le attese sull'inflazione statunitense hanno rafforzato tra gli investitori l'idea che la Fed ritocchera' i tassi al rialzo intorno alla metà del prossimo anno.

L'indice del dollaro che misura la forza della divisa Usa contro un paniere di sei peer, ha raggiunto ieri il massimo da metà luglio 2020 a 96,226, mentre stamani si mostra in modesto calo.

"La sostenibilità dell'attuale forza del dollaro oltre i prossimi mesi sembra tutt'altro che certa", osserva Luc Luyet, strategist forex di Pictet Wealth Management.

Altrove, le valute piu' legate alle materie prime, come il dollaro australiano o quello canadese, soffrono il calo dei prezzi del petrolio, crollati ai minimi da sei settimane.

I mercati si aspettano che la Banca del Canada inizi ad aumentare i tassi di interesse all'inizio del prossimo anno.

Tra le criptovalute, il bitcoin e' debole, sulla soglia psicologica dei 60.000 dollari.

(In redazione Valentina Consiglio, Stefano Bernabei)