MILANO (MF-DJ)--Il nuovo corso di Ferrovie dello Stato sta affrontando, per ora senza trovare la soluzione, la grana rappresentata dalla controllata Anas.

Perché, come appreso da MF-Milano Finanza da più fonti finanziarie e politiche, il conto per la capogruppo potrebbe essere salato, dopo che la Ue e l'Avvocato di Stato (come riferito da questo giornale lo scorso 6 luglio) hanno bocciato la proroga, dal 2032 al 2052, dell'affidamento in modo diretto, quindi senza avviare una gara a evidenza pubblica, della concessione a favore di Anas come previsto dal vecchio piano di Fs redatto dalla gestione Mazzoncini. Nei corridoi della società guidata dal neo ad Luigi Ferraris c'è chi inizia a calcolare la possibile svalutazione che bisognerà registrare a bilancio: si parla, seppure la cifra sia ancora oggetto di rigorosa analisi, di un write-off di 1,6 miliardi. Una cifra rilevante, che per qualcuno potrebbe addirittura lievitare ulteriormente, anche per un bilancio comunque solido che nel 2020 presentava ricavi per 10,8 miliardi, un ebitda di 976 milioni e un ebit di 278 milioni e per un gruppo che ha rating BBB per Standard&Poor's e BBB- per Fitch. Una problematica, quella relativa alla possibile svalutazione di Anas nei conti Fs che preoccupa anche la politica e che sta rallentando il processo di nomine nelle controllate quali Italferr, Ferrovie Sud Est e la stessa Anas oltre a spostamenti e cariche interne alla capogruppo.

red/lab

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0908:06 set 2021

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September 09, 2021 02:06 ET (06:06 GMT)