ROMA (MF-DJ)--Il 2023 inizia con un'inversione di tendenza nelle rotte dell'approvvigionamento europeo di gas, portando il Vecchio Continente ad abbandonare pian piano alcuni fornitori. A farne le spese prima di tutti sono gli Stati Uniti, Paese grande fornitore di gas naturale liquefatto per quasi tutto il 2022, che ora sta vedendo ridurre fortemente la domanda dall'Europa grazie al calo del prezzo del gas al Ttf e all'alto tasso di riempimento degli stoccaggi (coperti per più dell'80% a metà gennaio, contro il 45% di un anno fa). Ieri il prezzo del contratto con scadenza febbraio 2023 al mercato di Amsterdam è crollato del 12% a 58 euro al Mwh, proseguendo la traiettoria ribassista partita a metà dicembre.

Secondo gli ultimi dati sulle esportazioni, elaborati da S&P Global, in questo primo mese dell'anno le esportazioni americane verso l'Europa sono diminuite di 6 punti percentuali rispetto all'ultimo trimestre 2022: circa il 64% dei carichi Usa già esportati è diretto verso il Vecchio Continente, contro il 70% del quarto trimestre dello scorso anno. La riduzione attualmente è minima, ma c'è chi si chiede se possa rappresentare un segnale di quel che potrebbe accadere. Soprattutto perché i primi cenni di un calo della domanda da parte dell'Europa si sono avuti a ottobre, con una riduzione di circa 5 punti percentuali.

Va ricordato come il ruolo degli Usa nelle forniture di gnl all'Europa sia stato fondamentale nel 2022, con il conseguente rafforzamento del proprio potere. Se già nel 2021 i volumi erano passati a 29 miliardi di metri cubi dai 22 miliardi del 2020 (+30%), nel 2022 le consegne sono esplose, arrivando a 50,2 miliardi nei primi nove mesi dell'anno (+73% rispetto all'intero 2021). Un exploit che non ha avuto precedenti nei rapporti tra Usa ed Europa, con quest'ultima che ha pagato prezzi ben superiori ai 120 euro a Mwh tipicamente versati dall'Asia.

Proprio l'Asia, scrive MF-Milano Finanza, è il Paese che sta colmando il gap creato dall'Europa. A gennaio il 29% dei carichi statunitensi già esportato è destinato ai Paesi dell'Asia orientale, tra cui Cina, Giappone, Singapore, Corea del Sud, Taiwan e Tailandia, mentre nel quarto trimestre 2022 l'export verso l'Asia sono state in media del 22%. L'aumento della domanda asiatica nel 2023, secondo Morgan Stanley, potrebbe però essere del 16% in più rispetto al 2022.

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2508:23 gen 2023


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January 25, 2023 02:24 ET (07:24 GMT)