Sommario
- Capire la gestione attiva e passiva
- Negli ultimi 5 anni, i gestori attivi hanno sovraperformato nelle small cap e in alcuni mercati internazionali
- Bassa copertura degli analisti
- Dispersione dei rendimenti
- Bassa concentrazione dell’indice
- Le azioni statunitensi a piccola capitalizzazione, le europee e quelle dei mercati emergenti offrono ai gestori attivi maggiori opportunità di sovraperformare
Capire la gestione attiva e passiva
La gestione attiva si basa sulla convinzione che i gestori possano sovraperformare il mercato. Si basano su una selezione meticolosa dei titoli (stock picking) e aggiustano dinamicamente i loro portafogli per capitalizzare le fluttuazioni del mercato (market timing). I sostenitori di questo metodo si affidano all'esperienza umana per scoprire le opportunità di sovraperformance e quindi superare gli indici di riferimento.
Tuttavia, la gestione attiva comporta dei rischi:
- I costi di gestione e di transazione, aumentati dai frequenti aggiustamenti del portafoglio, possono erodere i rendimenti netti.
- La fiducia degli investitori può essere scossa da crisi economiche, shock strutturali o crolli del mercato azionario.
La gestione passiva, invece, si concentra sulla replica della performance di un indice specifico, come l'S&P 500 o il CAC 40. Gli investimenti vengono allocati in base alla ponderazione dei titoli all'interno dell'indice. Questa strategia si basa sull'idea che i mercati sono ampiamente efficienti e che i tentativi di batterli spesso generano più costi che benefici. Ciononostante, con la gestione passiva, la performance è intrinsecamente legata a quella del mercato, senza possibilità di superarla.
Negli ultimi 5 anni, i gestori attivi hanno sovraperformato nelle small cap e in alcuni mercati internazionali
Percentuale di fondi attivi in determinate categorie azionarie che hanno sovraperformato i loro indici di riferimento (Fonte: Morningstar e JP Morgan Private Bank; Dati al 30 settembre 2023)
Fonte: SPIVA (S&P Indices Versus Active); dati al 31 dicembre 2023.
Sebbene i metodi di analisi e gli strumenti di confronto varino da una società di analisi all'altra, portando a risultati diversi, le conclusioni tendono a essere simili. I dati analizzati su un periodo di cinque anni indicano che le strategie di stock picking rivolte alle small cap e ai mercati asiatici (Giappone escluso) tendono a sovraperformare gli indici di riferimento. Al contrario, nel caso degli indici globali e delle large cap, solo pochi gestori eccezionali (geni della finanza) riescono a battere il mercato.
Gli analisti di JP Morgan hanno individuato tre fattori chiave che spiegano il successo di queste asset class. Andiamo a vederli :
Bassa copertura degli analisti
La copertura degli analisti, ossia le raccomandazioni di acquisto, vendita o mantenimento dei titoli, è meno frequente per le small cap (indice Russell 2000) ed è molto variabile. La misura della dispersione (deviazione standard) delle previsioni sugli utili per le small cap è del 12,2%, rispetto al 4,4% delle large cap (S&P 500). I gestori con forti capacità di ricerca e analisi possono sfruttare questa incertezza per individuare i titoli sottovalutati e generare rendimenti migliori.
Dispersione dei rendimenti
Si riferisce alla differenza significativa tra le performance dei titoli migliori e peggiori. La dispersione al 95° percentile è stimata al 104% per le small cap statunitensi, al 73% in Europa, al 79% nei mercati emergenti e al 77% per le large cap statunitensi. L'elevata variabilità all'interno di un indice offre ai gestori l'opportunità di scegliere i titoli o i settori più performanti e di sfruttare queste differenze per sovraperformare l'indice complessivo.
Bassa concentrazione dell’indice
Un mercato altamente concentrato è dominato da titoli a grande capitalizzazione. Ad esempio, per ottenere una posizione neutrale rispetto all'S&P 500, una strategia di stock picking dovrebbe allocare il 30% del proprio portafoglio ai 10 titoli principali (Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, NVIDIA, Meta, Tesla e così via). Al contrario, l'indice Russell 2000 small-cap è molto meno concentrato, con le prime 10 che rappresentano solo il 4% della ponderazione totale, offrendo ai gestori una maggiore libertà e flessibilità di investire in titoli che potrebbero sovraperformare.
Inoltre, vale la pena notare che le small-cap con le migliori performance stanno uscendo per entrare negli indici principali e le IPO con le migliori performance stanno rientrando, dando ai gestori il potere dell'anticipazione e una maggiore flessibilità.
Le azioni statunitensi a piccola capitalizzazione, le europee e quelle dei mercati emergenti offrono ai gestori attivi maggiori opportunità di sovraperformare
Fonte: JP Morgan
In sintesi, l'idea diffusa che la gestione attiva sia appannaggio degli audaci e degli sfortunati merita di essere messa in discussione. Come dimostra questo studio, la sovraperformance del mercato non è solo una questione di genio, ma è spesso il risultato di una ricerca approfondita e di una selezione rigorosa dei titoli. La bassa copertura degli analisti, la bassa concentrazione degli indici e l'elevata dispersione dei rendimenti sono elementi preziosi per i gestori più abili nel battere il mercato.