Alle 12,41 i futures sul Brent scambiano in lieve rialzo di 6 centesimi a 64.40 dollari a barile, dopo aver toccato quota 65,52 dollari in corso di seduta, ai massimi dal 20 gennaio 2020.

I futures sul greggio Usa guadagnano 4 centesimi a quota 61,17 dollari al barile dopo aver raggiunto 62,26 dollari durante le contrattazioni, massimo dall'8 gennaio 2020.

L'ondata di gelo in Texas raggiunge il suo sesto giorno, con il maggior produttore di energia degli Stati Uniti alle prese con la mancanza di corrente nelle raffinerie e gli stop di gas e petrolio che si ripercuotono anche nel vicino Messico.

Il gelo ha bloccato la raffinazione quotidiana di circa 4 milioni di barili e l'estrazione di almeno 1 milione di barili al giorno.

Le scorte di greggio Usa sono calate di 5,8 milioni di barili la scorsa settimana fino ad un totale di 468 milioni di barili, in contrasto con una diminuzione attesa dagli analisti di 2,4 milioni di barili, secondo i dati dell'American Petroleum Institute.

Il rally del greggio nei mesi recenti è stato supportato anche da una riduzione delle scorte mondiali, dovuta in gran parte ai tagli alla produzione dei paesi dell'Opec+, che include i paesi Opec e i loro alleati, tra cui la Russia.

Fonti Opec+ hanno riferito a Reuters che i paesi del gruppo allenteranno le restrizioni alla produzione ad aprile, previa ripresa dei prezzi.

(Tradotto da Redazione Danzica, in Redazione a Roma Francesca Piscioneri, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)