LONDRA (Reuters) - Il Brent è in lieve calo, ma resta sopra gli 86 dollari il barile, mentre gli operatori riportano l'attenzione all'inflazione, con le tensioni in Medio Oriente che finora hanno lasciato inalterate le forniture effettive di petrolio.

Alle 12,50 italiane, i futures sul Brent sono in calo di 47 centesimi a 86,82 dollari il barile.

Il contratto sul greggio West Texas Intermediate (Wti) del mese di maggio, in scadenza oggi, perde 33 centesimi a 82,81 dollari il barile in un contesto di scambi tiepidi. Il contratto più attivo di giugno perde 33 centesimi a 81,89 dollari il barile.

Entrambi i benchmark hanno registrato un'impennata di oltre 3 dollari il barile venerdì scorso, dopo che sono state udite esplosioni nella città iraniana di Isfahan in quello che le fonti hanno descritto come un attacco israeliano.

I guadagni si sono dissipati dopo che Teheran ha minimizzato l'incidente e ha detto di non avere in programma ritorsioni, una risposta apparentemente finalizzata a scongiurare una guerra a livello regionale.

Nel frattempo, le abbondanti forniture di alcuni dei principali tipi di greggio stanno limitando l'impatto dei conflitti in Medio Oriente sui prezzi, secondo un'analisi Reuters.

Sul fronte economico, l'inflazione è tornata al centro dell'attenzione, con i commenti dei funzionari della Federal Reserve e una serie di dati sull'inflazione più elevati del previsto la scorsa settimana che hanno costretto a ridimensionare le aspettative sui tagli dei tassi.

(Tradotto da Camilla Borri, editing Claudia Cristoferi)