A pesare sul mercato sono state le decisioni di alcuni paesi come Giappone e Cina di imporre nuove restrizioni per contenere la recente impennata di contagi da coronavirus.

Alle 11,15 il Brent guadagna lo 0,57% a 70,79 dollari a barile, in ripresa dopo essere sceso sotto quota 70 dollari per la prima volta dal 21 luglio. I futures sul greggio Usa avanzano dello 0,87% a 68,75 dollari a barile.

Le tensioni in Medio Oriente d'altro canto hanno limitato la pressione al ribasso sulle quotazioni. Nelle prime ore di oggi, l'aviazione israeliana ha bombardato quelli che, secondo Israele, sono dei siti di lancio di missili nel sud del Libano, come risposta ai missili che hanno bersagliato Israele ieri.

Lo scambio è giunto dopo un attacco ad una petroliera al largo delle coste dell'Oman una settimana fa, attacco che Israele sostiene sia riconducibile all'Iran. Nell'attacco sono rimasti uccisi due membri dell'equipaggio, un cittadino britannico e uno romeno. L'Iran ha negato qualsiasi coinvolgimento.

"Vista la crescente tensione tra l'Iran e gli Stati occidentali a causa dell'attacco della scorsa settimana, sembra chiaro che le trattative sul nucleare saranno lunghe, ed è improbabile che possano portare ad un ammorbidimento delle sanzioni nel breve termine", ha detto Edward Moya, analista di OANDA.

Negli Stati uniti, il maggior consumatore di petrolio al mondo, i casi di coronavirus hanno toccato il massimo da sei mesi, con oltre 100.000 nuovi casi riportati ieri, secondo un conteggio effettuato da Reuters.

A pesare sui prezzi c'è stato anche un aumento inatteso di 3,6 milioni di barili nelle scorte Usa la scorsa settimana, secondo i dati della Energy information administration (EIA).

(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Milano Maria Pia Quaglia)