LONDRA (Reuters) - Il greggio avanza ai massimi di sette anni intorno a 90 dollari il barile, sostenuto dalla crisi in Ucraina, nonostante i segnali di una politica monetaria più restrittiva da parte di Federal Reserve.

Intorno alle 12,30 italiane, i futures sul Brent guadagnano 13 centesimi, o lo 0,14%, a 90,09 dollari il barile. I futures sul greggio Usa avanzano di 6 centesimi a 87,41 dollari.

I prezzi del greggio hanno guadagnato terreno ieri, con il Brent che ha superato la quota di 90 dollari per la prima volta da sette anni, a causa delle tensioni sull'Ucraina tra la Russia - secondo produttore di greggio al mondo - e l'Occidente, alimentando i timori di disagi per la fornitura energetica in Europa.

Entrambi i contratti hanno scambiato in ribasso a inizio seduta, dopo che Federal Reserve ha segnalato un probabile aumento dei tassi d'interesse in marzo, ribadendo l'intento di interrompere, sempre in marzo, gli acquisti di bond in modo da contrastare l'inflazione.

Il dollaro avanza dopo l'annuncio Fed, rendendo il greggio più costoso per i detentori di altre valute.

Occhi puntati ora sul meeting dell'Opec+ il 2 febbraio. Il gruppo probabilmente manterrà l'incremento previsto per il target di produzione di greggio nel mese di marzo, secondo quanto riferito a Reuters da diverse fonti Opec+.

L'Opec+ ha alzato il target di produzione di 400.000 barili al giorno ormai a partire da agosto, revocando gradualmente i tagli record applicati all'offerta nel 2020.

Tuttavia, il gruppo ha avuto difficoltà in termini di capacità, che hanno impedito ad alcuni paesi di raggiungere le quote di produzione.

In base ai dati Eia, le scorte di greggio statunitensi sono aumentate di 2,4 milioni di barili la scorsa settimana, in contrasto con le stime degli analisti del sondaggio Reuters, che indicava una contrazione da 728.000 barili.

Le scorte di benzina sono aumentate di 1,3 milioni di barili, il maggior incremento da febbraio 2021.

(Tradotto a Danzica da Enrico Sciacovelli, in Redazione a Milano Alessia Pé)