Intorno alle 11,15, i futures sul Brent cedono 47 centesimi, ovvero l'1,08%, a 43,05 dollari al barile, mentre il greggio Usa (Wti) perde 56 centesimi, ovvero l'1,39%, a 39,71 dollari.

I casi di coronavirus hanno continuato a crescere negli Stati Uniti e raggiunto quasi quota 18 milioni a livello globale. Numerosi Paesi hanno imposto nuove restrizioni o esteso quelle già in vigore per tenere sotto controllo la pandemia.

In un contesto contrassegnato da un lento recupero della domanda di carburante dovuto al riemergere del coronavirus, gli investitori nutrono anche timori in merito all'eccesso di offerta, in quanto l'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio e i suoi alleati, gruppo noto come Opec+, allenterà i tagli alla produzione di petrolio a partire da agosto.

"Sembra che si stia sviluppando il timore che un aumento della produzione dell'Opec+ coincida con una ripresa irregolare della domanda di petrolio dovuta a battute d'arresto localizzate a seguito delle seconde ondate di Covid", osserva Harry Tchilinguirian, head of commodity research a Bnp Paribas.

I membri dell'Opec+ hanno tagliato la produzione di 9,7 milioni di barili al giorno (bpd) da maggio. Da agosto, i tagli diminuiranno ufficialmente a 7,7 milioni di barili al giorno fino a dicembre.

Tuttavia, i prezzi del greggio hanno trovato un po' di supporto dopo l'indagine Pmi che ha mostrato che l'attività manifatturiera nella zona euro si è espansa per la prima volta dall'inizio del 2019 il mese scorso.

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