LONDRA (Reuters) - I prezzi del greggio calano per la seconda sessione consecutiva, con il dollaro in rialzo sulla prospettiva di un aumento dei tassi d'interesse Usa, sfiorando comunque i massimi pluriennali e preparandosi a chiudere la settimana virtualmente invariati.

Intorno alle ore 11,30 italiane, i futures sul Brent cedono 34 centesimi, o lo 0,5%, a 72,74 dollari il barile, estendendo il calo dell'1,8% visto ieri. Il contratto dovrebbe chiudere poco mosso per questa settimana.

I futures sul greggio Usa perdono 23 centesimi, o lo 0,3%, a 70,81 dollari il barile, dopo aver ceduto ieri l'1,5%, verso una chiusura invariata in termini settimanali.

Mercoledì, il Brent ha toccato i massimi da aprile 2019, mentre il greggio Usa ha raggiunto i massimi da ottobre 2018.

"I mercati petroliferi hanno perso molto terreno, poiché il dollaro forte e i prezzi delle altre commodity in calo hanno visto continuare la correzione tecnica", ha detto Jeffrey Halley di Oanda.

Il dollaro è balzato nelle ultime due sessioni, dopo che la Federal Reserve ha proiettato dei potenziali aumenti dei tassi nel 2023, prima delle aspettative degli analisti di mercato. Un biglietto verde più forte implica prezzi del greggio più alti per i detentori di altre valute, minando la domanda.

La prospettiva degli aumenti dei tassi d'interesse ha anche influenzato l'outlook per la crescita a lungo termine, che eventualmente minerà la domanda di petrolio, in contrasto con l'outlook a breve termine per la crescita della domanda, in seguito alla revoca delle restrizioni di movimento e dell'attività economica legate al Covid-19 e con l'incremento degli spostamenti aerei, secondo Justin Smirk, economista senior di Westpac.

In aggiunta al sentiment negativo, il primo negoziatore iraniano ieri ha affermato che le trattative tra Teheran e Washington sul riavvio del patto nucleare iraniano del 2015 sono sempre più vicine a un accordo.