Intorno alle 10,45, i futures sul Brent cedono 36 centesimi a 43,01 dollari al barile e il greggio Usa (Wti) perde 31 centesimi a 40,43 dollari.

Ieri gli Stati Uniti hanno riportato almeno 75.000 nuovi casi di Covid-19, mettendo a segno un record giornaliero. Spagna e Australia hanno segnalato a loro volta gli aumenti giornalieri più marcati in oltre due mesi, mentre i casi continuano a salire in India e in Brasile.

I picchi delle infezioni da coronavirus stanno rallentando la ripresa del consumo di carburante e destando timori che potrebbero passare anni prima che i consumi si riprendano dall'impatto della pandemia.

I due benchmark di riferimento sono scesi dell'1% ieri dopo che l'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio e i suoi alleati, gruppo noto come Opec+, hanno concordato di ridurre i tagli record all'offerta di 9,7 milioni di barili al giorno (bpd) di 2 milioni di barili a partire da agosto.

L'aumento effettivo sarà più vicino a 1 milione di barili al giorno, dato che l'Iraq e altri paesi, che hanno prodotto più della loro quota da maggio a luglio, apporteranno tagli extra ad agosto e settembre, osserva Vivek Dhar, commodities analyst di Commonwealth Bank of Australia.

Gli analisti prevedono che i prezzi rimarranno nel range tra 40 a 45 dollari, frenati da un ritorno dell'offerta Usa e dall'incertezza riguardo all'impatto dei nuovi lockdown sulla domanda di carburante.