Londra (Reuters) - Il petrolio è in calo sulla scia della flessione dei prezzi obbligazionari che ha rafforzato il dollaro Usa, mentre è atteso un aumento delle forniture di greggio in risposta al ritorno delle quotazioni oltre i livelli pre-pandemia.

Intorno alle 12,00, i futures sul Brent per il contratto di aprile, in scadenza oggi, cedono 48 centesimi, o lo 0,7%, a 66,40 dollari al barile. Il contratto di maggio, più scambiato, perde 46 centesimi, a 65,64 dollari, dopo essere sceso fino a 65,04 dollari nel corso della sessione.

I futures sul greggio Usa cedono 43 centesimi, o lo 0,7%, a 63,11 dollari al barile.

Un sell-off sul mercato obbligazionario ha fatto salire il dollaro Usa, rendendo il greggio denominato in dollari più costoso per i detentori di altre valute.

Nonostante la flessione odierna, sia il Brent che il greggio Usa si avviano ad archiviare il mese in rialzo di circa il 20%, grazie agli stop alla produzione negli Stati Uniti e un generalizzato ottimismo relativo alla ripresa della domanda, alimentato dai programmi di vaccinazione contro il Covid-19.

Gli investitori scommettono su un aumento delle forniture in seguito alla riunione dell'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio e alleati, gruppo conosciuto come Opec+, della prossima settimana.

I prezzi del greggio Usa subiscono inoltre le pressioni di un calo della domanda delle raffinerie in seguito alla chiusura di molti stabilimenti sulla Costa del Golfo dopo le tempeste invernali della scorsa settimana.

A causa del maltempo è ancora inattiva una capacità di raffinazione pari a 4 milioni di barili al giorno e potrebbe volerci fino al 5 marzo per tornare a pieno regime, sebbene ci sia il rischio di ritardi, secondo una nota degli analisti di J.P. di questa settimana.

(Tradotto da Redazione Danzica, in redazione a Milano Sabina Suzzi)