Alle 11,44 circa, i futures sul Brent scambiano in ribasso dello 0,55%, o di 41 centesimi, a 73,69 dollari al barile, mentre il greggio Usa perde lo 0,71%, o 51 centesimi, a 71,56 dollari al barile.

I casi di coronavirus hanno continuato ad aumentare durante il fine settimana, con alcuni Paesi che hanno registrato aumenti giornalieri record e hanno esteso le misure di blocco che potrebbero rallentare la domanda di petrolio. Anche la Cina, il più grande importatore di greggio al mondo, ha visto un aumento dei casi di Covid-19.

Inoltre, il giro di vite di Pechino sull'uso improprio delle quote di importazione combinato con l'impatto degli alti prezzi del greggio potrebbe portare a un rallentamento della crescita della Cina nelle importazioni di petrolio al minimo di due decenni quest'anno, nonostante l'aumento previsto dei tassi di raffinazione nella seconda metà dell'anno.

La forte domanda statunitense e le aspettative di offerta limitata hanno aiutato entrambi i contratti a riprendersi dal crollo del 7% di lunedì scorso, segnando la scorsa settimana i primi guadagni dopo 2-3 cali di fila.

Si prevede che i mercati petroliferi globali rimarranno in deficit nonostante la decisione dell'Opec e degli alleati di aumentare la produzione per il resto dell'anno.

(Tradotto da Alice Schillaci in redazione a Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, alice.schillaci@thomsonreuters.com, +48587696614)