Le perdite sono tuttavia limitate dalla campagna di mobilitazione di Mosca nella guerra in Ucraina e dall'apparente stallo dei colloqui per il rilancio dell'accordo nucleare iraniano.

Intorno alle 13,15 i futures sul Brent sono in calo di 2,76 dollari, o del 3,05%, a 87,70 dollari al barile. Anche i futures sul greggio statunitense Wti sono in ribasso, cedendo 2,87 dollari, o il 3,44%, a 80,62 dollari.

Le borse globali hanno toccato oggi i minimi di due anni, mentre l'indice del dollaro ha raggiunto il livello più alto degli ultimi venti anni, esercitando una pressione al ribasso sul petrolio.

Dopo che la Federal Reserve statunitense ha aumentato i tassi di interesse di 75 punti base mercoledì, le banche centrali di tutto il mondo hanno seguito l'esempio alzando i propri tassi, accrescendo il rischio di una recessione economica. 

Sul fronte dell'offerta petrolifera, gli sforzi per rilanciare l'accordo nucleare iraniano del 2015 si sono arenati a causa dell'insistenza di Teheran a far chiudere le indagini dell'Aiea, secondo quanto detto da un alto funzionario del dipartimento di Stato americano, smorzando le aspettative di una ripresa delle esportazioni di greggio iraniano.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing XXX)