Intorno alle 11,45 i futures sul Brent salgono di 1,25 dollari, o dell'1,3%, a 94,91 dollari al barile. I futures sul greggio statunitense guadagnano 0,94 dollari, o l'1,07%, a 89,03 dollari al barile.

A sostenere i prezzi, le scorte di greggio statunitensi sono diminuite di 7,1 milioni di barili nella settimana al 12 agosto, secondo i dati dell'Energy Information Administration (Eia), contro le aspettative di un calo di 275.000 barili, mentre le esportazioni hanno raggiunto i 5 milioni di barili al giorno, il massimo storico.

Le sanzioni imposte dall'Unione europea sul greggio russo trasportato via mare a partire da dicembre e sulle importazioni di prodotti dall'inizio del prossimo anno potrebbero ridurre drasticamente l'offerta e far salire i prezzi, avvertono gli analisti.

Per il momento, tuttavia, la Russia ha iniziato ad aumentare gradualmente la produzione di petrolio dopo le restrizioni legate alle sanzioni e grazie all'incremento degli acquisti da parte dei consumatori asiatici, portando Mosca ad alzare le previsioni per la produzione e le esportazioni fino alla fine del 2025, come risulta da un documento del ministero dell'Economia esaminato da Reuters.

Secondo il documento, i profitti della Russia derivanti dalle esportazioni di prodotti energetici dovrebbero aumentare del 38% quest'anno, in parte grazie alla crescita dei volumi di esportazione di petrolio, segno che l'offerta del paese non è stata colpita in modo così grave come i mercati avevano inizialmente previsto.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Sabina Suzzi)