A sostenere il mercato anche le attese degli analisti che l'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e gli alleati (Opec+) possano intervenire per arginare il calo dei prezzi attraverso tagli all'offerta. L'Opec+ si riunirà il 5 ottobre per definire le proprie politiche.

Intorno alle 10,45 il Brent è in rialzo di 1,58 dollari, o dell'1,9%, a 85,64 dollari al barile. Ieri era calato fino a 83,65 dollari, il minimo da gennaio. Il greggio statunitense West Texas Intermediate è in aumento di 1,46 dollari, o dell'1,9%, a 78,16 dollari al barile.

I tagli all'offerta sono di nuovo al centro dell'attenzione oggi, offrendo un certo sostegno. Bp e Chevron hanno detto ieri di aver interrotto la produzione delle piattaforme offshore nel Golfo del Messico a causa dell'avvicinarsi dell'uragano Ian.

Il calo dei prezzi ha alimentato speculazioni di un possibile intervento dell'Opec+. Ieri il ministro del petrolio iracheno ha detto che il gruppo sta monitorando i prezzi e non desidera un forte aumento o un crollo. 

In primo piano anche i dati sulle scorte degli Stati Uniti, che secondo gli analisti mostreranno un aumento di 300.000 barili delle riserve di greggio. Il rapporto dell'American Petroleum Institute uscirà alle 22,30 italiane.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Sabina Suzzi)