A pesare sui prezzi è anche la graduale ripresa della produzione di petrolio nel Golfo degli Stati Uniti dopo i disagi causati da due uragani.

Alle 11,00 circa, i futures sul Brent sono in calo di 1,05 dollari, o dell'1,39%, a 74,30 dollari al barile. Il greggio Usa è in ribasso di 1,27 dollari, o dell'1,75%, a 70,71 dollari al barile.

Il dollaro è salito al livello massimo in un mese poiché il collasso imminente dello sviluppatore immobiliare China Evergrande si è sommato all'umore già cauto degli investitori, che si preparano al possibile annuncio della Federal Reserve di un altro passo verso il tapering questa settimana.

Il rafforzamento del biglietto verde rende il petrolio, prezzato in dollari, più costoso per i detentori di altre valute e generalmente riflette una maggiore avversione al rischio, che tende a pesare sui prezzi del petrolio.

(Tradotto da Alice Schillaci in redazione a Danzica, in redazione a Milano Sabina Suzzi)