I futures sul Brent avanzano di 82 centesimi, o 1,3%, a 63,25 dollari al barile alle 11,50, dopo aver raggiunto quota 63,76 dollari nel corso della sessione, i massimi dal 22 gennaio 2020.

I futures sul greggio Usa guadagnano 1,07 dollari, in rialzo dell'1,8% attestandosi a 60,56 dollari al barile. Nel corso della sessione ha toccato 60,95 dollari, i massimi dall'8 gennaio dello scorso anno.

I prezzi hanno visto un rally nelle ultime settimane con la riduzione dell'offerta, dovuta in larga parte ai tagli alla produzione dell'Opec+, composto dai paesi Opec e i suoi alleati.

Alexander Novak, vice primo ministro russo, ha affermato che il mercato globale del greggio è sulla via della ripresa e il prezzo del petrolio quest'anno potrebbe segnare in media 45-60 dollari al barile.

"Abbiamo visto bassa volatilità negli ultimi mesi. Questo significa che il mercato è in equilibrio, e i prezzi che stiamo vedendo oggi sono in linea con la situazione del mercato", ha spiegato Novak ai media russi.

Nel frattempo il presidente Usa Joe Biden venerdì ha fatto un passo verso il primo risultato legislativo di rilievo della sua presidenza, chiedendo aiuto a un gruppo bipartisan di amministratori locali sul suo piano da 1.900 miliardi per la ripresa post-Covid.

La coalizione a guida saudita impegnata sul campo in Yemen ha dichiarato ieri di aver intercettato e distrutto un drone carico di esplosivo lanciato verso il territorio saudita dai filo-iraniani Houthi, secondo quanto riportato dalla tv di stato saudita, risvegliando timori di nuove tensioni in Medio Oriente.

(Tradotto da Redazione Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, luca.fratangelo@thomsonreuters.com)