Alle 12,45 i futures sul Brent cedono l'1,33% a 67,65 dollari a barile, nell'ultimo giorno di contrattazioni per il contratto di giugno. Il greggio Usa è scambiato a 64,01 dollari a barile, in calo dell'1,54%.

Ad esercitare ulteriore pressione sui prezzi sono i dati sull'attività manifatturiera cinese, la cui crescita è rallentata ad aprile mancando le attese, benché un sondaggio sul settore privato abbia mostrato come l'attività manifatturiera in Giappone sia accelerata questo mese al ritmo più sostenuto da inizio 2018.

"La ripresa post Covid-19 è ancora irregolare e il picco di contagi in India serve a ricordarci che è ancora troppo presto per vedere un rally verso i 70 dollari", si legge in una nota degli analisti Energy Aspects. Un simile livello dei prezzi sarà raggiunto probabilmente solo nel terzo trimestre di quest'anno, quando la domanda migliorerà in maniera sostanziale e finirà il destoccaggio, aggiungono.

L'india, il terzo maggior consumatore di greggio al mondo, si trova in una profonda crisi, con ospedali e obitori sovraffollati, e nella giornata di ieri i casi totali hanno superato i 18 milioni.

Il picco di nuovi casi e le nuove restrizioni alla mobilità hanno "costretto a rivedere al ribasso le stime sulla domanda di benzina e gasolio indiane" per il 2021, ha detto Eugene Lindell, analista di Jbc Energy.

Il Brent è indirizzato a registrare un guadagno complessivo del 7% ad aprile, mentre il greggio Usa potrebbe superare l'8%.

Si tratterebbe del quinto guadagno mensile su sei per i due contratti, con la domanda globale quasi tornata ai livelli pre-pandemici grazie alle misure di stimolo fiscale e all'allentamento delle restrizioni da Covid in alcuni paesi, mentre i tagli alla produzione operati dall'Opec+ hanno alleviato l'eccesso di offerta.

(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Milano Sabina Suzzi, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)