Alle 10,50 i futures sul Brent sono in rialzo di 2 centesimi a 37,85 dollari al barile dopo aver toccato i minimi di cinque mesi ieri. Il contratto di dicembre scade oggi. Quello di gennaio è sostanzialmente piatto.

I futures sul greggio Usa sono in rialzo di 15 centesimi a 36,41 dollari dopo aver toccato i minimi da giugno ieri. Il benchmark è in corsa per archiviare il mese in calo del 10%, mentre il Brent è impostato per una perdita mensile dell'8%.

Durante la seduta odierna i prezzi sono arrivati a perdere fino al 2%, con il mercato "angosciato" dai nuovi lockdown in Europa e dalle elezioni presidenziali della prossima settimana negli Usa, secondo un trader di Singapore.

L'indice del dollaro Usa, inoltre, si è rafforzato questa settimana rendendo il petrolio più costoso per chi possiede altre valute.

L'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e i suoi alleati, tra cui la Russia, gruppo conosciuto come Opec+, hanno in programma di incrementare la produzione di 2 milioni di barili al giorno a gennaio.

Tuttavia Arabia Saudita e Russia, i maggiori produttori, sono favorevoli a mantenere in vigore gli attuali tagli alla produzione pari a circa 7,7 milioni di barili al giorno il prossimo anno alla luce dei lockdown imposti in Europa e l'aumento della produzione in Libia.

L'Opec+ ha in programma una riunione per discutere della politica del gruppo il 30 novembre e il primo dicembre.

Nonostante le nuove misure imposte in tutta Europa per frenare la diffusione del coronavirus che hanno ridotto la mobilità e il consumo di carburante nel continente, la domanda negli Stati Uniti sta tendendo al momento, secondo Mike Tran di Rbc Capital.