LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio sono in calo per il secondo giorno consecutivo su rinnovate preoccupazioni relative alla domanda, mentre aumentano i casi di coronavirus in Asia. Pesa inoltre la salita dell'inflazione che fa temere un incremento dei tassi di interesse da parte della Fed Usa.

Alle 11,40 i futures sul Brent cedono 1,0 dollaro, o l'1,5%, a 67,66 dollari al barile. Il benchmark ha chiuso con un -1,1% ieri dopo essere salito brevemente oltre i 70 dollari nel corso della sessione.

I futures sul greggio Usa perdono 1,1 dollaro, o l'1,6%, a 64,44 dollari al barile, in seguito al calo dell'1,2% registrato ieri

Il balzo del Brent a 70 dollari di ieri è stato provocato dall'ottimismo relativo alla riapertura delle economie di Stati Uniti e Unione europea, che sono tra i principali consumatori di petrolio. Il greggio ha però in seguito ritracciato sui timori di un rallentamento della domanda in Asia per una recrudescenza di casi di Covid-19 in India, Taiwan, Vietnam e Thailandia, con conseguenti nuove restrizioni.

Le incertezze relative all'inflazione hanno inoltre portato gli investitori a ridurre l'esposizione agli asset più rischiosi, come il greggio.

La Federal Reserve ha indicato che manterrà i tassi di interesse ai livelli attuali fino al 2023, ma il mercato dei future prezza un aumento già a partire da settembre 2022.

Gli investitori monitoreranno inoltre agli ultimi dati relativi a scorte di petrolio e altri prodotti raffinati, che verranno pubblicati oggi dall'Energy Information Administration (Eia).

(Tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Milano Giulio Piovaccari, michela.piersimoni@thomsonreuters.com, +48 587696616)