Come parte del suo obiettivo di porre fine alla dipendenza dell'Europa dal gas russo entro questo decennio, la Commissione Europea ha dichiarato che i Paesi potrebbero raccogliere 20 miliardi di euro per nuovi investimenti energetici vendendo permessi di CO2 immagazzinati nella "riserva di stabilità del mercato del carbonio" dell'UE.

La proposta si è scontrata con la resistenza di alcuni Paesi, secondo i quali l'apertura della riserva minerebbe il mercato del carbonio dell'UE e deprimerebbe il prezzo del carbonio, rendendo più conveniente per le centrali elettriche e le industrie inquinare.

I Paesi dell'UE stanno negoziando la proposta e prevedono di riscrivere in gran parte l'idea dell'UE. Una bozza del loro ultimo testo negoziale, visionata da Reuters, utilizzerebbe i permessi di CO2 della riserva per raccogliere solo 4 miliardi di euro.

Gli altri 16 miliardi di euro proverrebbero invece da un Fondo per l'Innovazione dell'UE, un fondo esistente di entrate del mercato del carbonio che attualmente viene speso per le tecnologie verdi più innovative.

La Danimarca aveva precedentemente suggerito di utilizzare questo fondo per raccogliere i contanti, mentre i Paesi Bassi hanno proposto di combinare questo fondo con i proventi delle vendite di permessi di CO2 effettuate prima del previsto.

Un diplomatico di un Paese dell'UE ha detto che c'è consenso tra i Paesi per evitare di utilizzare la riserva ETS "come una mucca da mungere", ma che non è stato ancora trovato un accordo alternativo. I diplomatici discuteranno l'ultima proposta la prossima settimana e puntano a un accordo all'inizio di ottobre.

Anche la Francia è intervenuta nel dibattito questa settimana, con un documento che sostiene la necessità di anticipare le aste dei permessi ETS per raccogliere i fondi.

La proposta originale di Bruxelles rischiava di "erodere l'integrità e la credibilità del mercato ETS", ha affermato il documento francese, visionato da Reuters.

La riserva del mercato del carbonio dell'UE è stata lanciata nel 2019 per affrontare un problema di eccesso di offerta che ha pesato sui prezzi ETS per anni. Da allora, i prezzi dei permessi di carbonio sono aumentati.

La Commissione aveva affermato che qualsiasi eccedenza causata nel mercato del carbonio dalla sua proposta sarebbe stata riassorbita dalla riserva negli anni futuri.