MILANO (MF-DJ)--"La nostra ricerca proprietaria sull'economia dell'idrogeno svolta qualche anno fa ci ha portati a concludere che l'idrogeno avrebbe giocato un ruolo chiave nella decarbonizzazione. Una delle principali conclusioni a cui siamo giunti è che, laddove possibile, l'elettrificazione sarà la tecnologia dominante, e che l'idrogeno aiuterà a colmare gli ammanchi in alcune aree ad alta intensità di carbonio non raggiungibili dall'elettrificazione. A nostro avviso, le principali aree di opportunità sono i fertilizzanti, lo stoccaggio energetico stagionale a lungo termine e gli autocarri pesanti. Per monitorare efficacemente i progressi e il potenziale futuro dell'economia dell'idrogeno, ci concentriamo su tre catalizzatori principali: le politiche pubbliche, le riduzioni dei costi e lo sviluppo delle infrastrutture".

Lo ha dichiarato Natalia Luna, analista senior investimenti tematici, Investimento responsabile di Columbia Threadneedle Investments, spiegando che, sul fronte delle politiche pubbliche "sempre più Paesi stanno adottando strategie per l'idrogeno: esempi recenti sono l'Ue, gli Stati Uniti e la Cina, e la crisi energetica globale ha impresso ulteriore slancio a questo settore.

"Gli Stati Uniti si sono dati l'obiettivo più ambizioso a lungo termine: ridurre il costo di produzione dell'idrogeno a 2 usd/kg entro il 2025 e a 1 usd/kg entro il 2030. Questo impegno è stato dimostrato dall'introduzione dell'Inflation Reduction Act (Ira), che a nostro avviso rivoluzionerà in maniera radicale lo sviluppo dell'idrogeno verde. L'Ira, approvato ad agosto, prevede un credito d'imposta di 3 usd/kg per l'idrogeno verde, che potrebbe abbattere il costo fino a raggiungere l'obiettivo e renderlo competitivo rispetto a quello grigio (idrogeno prodotto con gas naturale) e blu (idrogeno grigio con cattura del carbonio) prima del previsto", ha evidenziato, aggiungendo che "a settembre il dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti ha pubblicato una bozza della sua Hydrogen Strategy and Roadmap che prevede lo stanziamento di 9,5 miliardi di dollari, destinati principalmente allo sviluppo di hub e reti regionali per l'idrogeno".

Nell'Ue, ha proseguito Luna, "a marzo la Commissione europea ha presentato il piano RePowerEu, concepito per garantire la sicurezza e l'indipendenza energetica dalla Russia. Il piano prevede anche un sostegno sostanziale all'idrogeno verde e un aumento di quattro volte degli obiettivi di capacità di idrogeno. L'elemento cardine è la proposta di introdurre contratti per differenza (CfD) specifici per l'idrogeno, che forniranno sussidi pari al 100% del costo aggiuntivo dell'utilizzo dell'idrogeno verde rispetto alle alternative basate su combustibili fossili. Ciò dovrebbe consentire a un maggior numero di produttori di idrogeno di prendere una decisione d'investimento finale entro il 2023, quando saranno assegnati i prossimi contratti. Inoltre, l'Ue ha annunciato finanziamenti per 5,2 miliardi di euro per una serie di progetti infrastrutturali legati all'idrogeno. Riteniamo che il traguardo principale da monitorare sia rappresentato dall'introduzione di norme che consentano di accelerare le autorizzazioni per le rinnovabili".

Per quel che riguarda i costi, spiega l'analista, "il costo di produzione dell'idrogeno verde è determinato principalmente dal costo dell'elettricità (che rappresenta il 70% circa del costo totale) e degli elettrolizzatori (30% circa). Questi fattori produttivi sono interessati da una tendenza al ribasso: il costo dell'energia rinnovabile è diminuito sensibilmente (il solare è sceso dell'80% e l'eolico del 60% rispetto al 2010), abbattendo le spese operative; inoltre, gli elettrolizzatori diventano ogni giorno più economici, riducendo le spese per investimento richieste dall'idrogeno verde. I dati di Bnef (Bloomberg New Energy Finance), fornitore di ricerche strategiche sul futuro dell'economia energetica, mostrano che i costi dell'idrogeno verde non sovvenzionato sono scesi da 4,5 usd/kg nel 2019 a 3,81 usd/kg nel 2022, e si prevede un ulteriore flessione a 1,15 usd/kg nel 2030".

"L'International Energy Agency (Iea) stima che i costi degli elettrolizzatori potrebbero diminuire notevolmente, favorendo tassi di apprendimento compresi tra il 7% e il 18%. Considerando l'attuale portafoglio di progetti in cantiere, il costo del capitale degli elettrolizzatori potrebbe ridursi del 70% circa entro il 2030. Tenendo conto anche del previsto calo del costo dell'energia rinnovabile, il costo dell'idrogeno potrebbe scendere a circa 1,3-4,5 usd/kg; all'estremo inferiore di questa stima si troverebbero le regioni con un buon accesso all'energia rinnovabile, come l'Europa meridionale, il Medio Oriente e l'Australia", ha aggiunto.

Infine, sul fronte delle infrastrutture, "il portafoglio di progetti in cantiere nel settore dell'idrogeno continua a crescere, ma l'impiego effettivo stenta a decollare. Fino a questo momento sono state presentate 680 proposte di progetti su grande scala per un valore di 240 miliardi di dollari, ma solo il 10% circa ha raggiunto una decisione d'investimento finale secondo l'Hydrogen Council. Nel settore dei trasporti l'applicazione più fattibile è quella dei veicoli pesanti. Attualmente il mercato di maggiori dimensioni per i camion e gli autobus a celle a combustibile è la Cina, che rappresenta la maggior parte delle vendite in quest'area, anche se il mercato rimane molto piccolo. D'altra parte, pensiamo che i fertilizzanti potrebbero diventare un settore in grado di creare un'ulteriore domanda di idrogeno in futuro".

com/cos


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December 05, 2022 06:25 ET (11:25 GMT)