Anche se la Cina rimane in prima linea in questo rischio, le conseguenze per il commercio globale potrebbero non essere così gravi come attualmente previsto, hanno dichiarato al Reuters Global Markets Forum (GMF).
"In base a ciò che (Trump) ha fatto durante il mandato precedente, gli aumenti delle tariffe potrebbero finire per essere una tattica di negoziazione", ha detto Carie Li, stratega del mercato globale presso la DBS Bank di Hong Kong.
Il team di Trump sta cercando di capire come evitare un'impennata dell'inflazione, il che "mi sembra sensato", dato che l'inflazione rimane un problema chiave per gli Stati Uniti, ha detto Li.
Trump ha promesso tariffe del 10% sulle importazioni globali, del 60% sulle merci cinesi e una sovrattassa del 25% sui prodotti canadesi e messicani, dazi che potrebbero sconvolgere i flussi commerciali, aumentare i costi e attirare ritorsioni.
Anche se le tariffe proposte potrebbero distruggere la domanda, Minxiong Liao, economista senior e direttore di GlobalData.TS Lombard APAC, ha affermato che "almeno può essere un buon strumento di negoziazione per ottenere un accordo migliore con i partner commerciali", il che significa che non tutte le tariffe previste potrebbero essere implementate alla fine.
La Banca Mondiale ha persino avvertito che le tariffe statunitensi del 10% possono ridurre la crescita economica globale del 2,7% nel 2025 di 0,3 punti percentuali (pp) se i partner commerciali si vendicano.
Tianchen Xu, economista senior dell'Economist Intelligence Unit, ritiene che la media ponderata delle tariffe per la Cina potrebbe aumentare fino a 20 punti percentuali tra il 2025 e il 2027, mentre per il resto del mondo non supererà i 5 punti percentuali.
L'ultimo piano della Cina di mantenere un livello di crescita del 5%, in anticipo rispetto alle previsioni, indebitandosi ulteriormente e consentendo persino la svalutazione dello yuan per contrastare l'impatto degli aumenti tariffari, ha suscitato la preoccupazione che i problemi strutturali dell'economia n. 2 al mondo possano intensificarsi nel 2025. 2 del mondo potrebbero intensificarsi nel 2025.
"La svalutazione può aiutare le esportazioni e mitigare parte dell'impatto delle tariffe, (ma) danneggia la fiducia degli investitori nella valuta e nell'economia cinese", ha detto Xu, prevedendo 7,5 yuan/dollaro come "una linea rossa assoluta" per la banca centrale cinese nel 2025. "Nessuno vuole detenere un bene che si svaluta".
Se la PBOC allenta leggermente la presa sul mercato del RMB, "USD/CNH potrebbe rischiare di testare 7,5000", secondo Li di DB Bank.
Lo yuan onshore è sceso di circa il 3% rispetto al dollaro, in linea con la debolezza delle principali valute, dalla vittoria elettorale di Trump all'inizio di novembre.
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