Il secondo ciclo di colloqui mediati dalla Turchia tra Somalia ed Etiopia in merito all'accordo portuale che Addis Abeba ha firmato con la regione separatista del Somaliland si è concluso martedì senza un accordo, ma la Turchia e i ministri di entrambi i Paesi si sono mostrati ottimisti sui progressi compiuti.

I negoziati tenutisi ad Ankara hanno cercato di riparare le relazioni tra i vicini dell'Africa orientale, le cui relazioni sono precipitate a gennaio quando l'Etiopia ha accettato di affittare 20 km (12 miglia) di costa dal Somaliland in cambio del riconoscimento della sua indipendenza.

Mogadiscio ha definito l'accordo illegale e si è vendicata espellendo l'ambasciatore etiope e minacciando di cacciare migliaia di truppe etiopi stanziate nel Paese per combattere gli insorti islamici.

I ministri degli Esteri etiope e somalo non hanno avuto colloqui diretti ad Ankara, mentre il ministro degli Esteri turco ha fatto la spola tra loro.

Il Ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha dichiarato in una conferenza stampa che il numero di questioni discusse nel secondo ciclo di colloqui è aumentato in modo significativo rispetto al primo ciclo e che ora c'è una "convergenza su alcuni principi importanti".

"Questo rappresenta un notevole progresso", ha detto, aggiungendo che l'inizio di un terzo ciclo di colloqui è previsto per il 17 settembre, con l'obiettivo di raggiungere un accordo "sostenibile e fattibile" tra i Paesi.

Il Ministro degli Esteri somalo Ahmed Moallim Fiqi Ahmed ha confermato che sono stati fatti dei progressi e ha detto che il governo di Mogadiscio sta cercando di ottenere un risultato in linea con il diritto internazionale e la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare.

"Mentre ci prepariamo per il terzo round di colloqui, siamo fiduciosi che lo slancio che abbiamo costruito porterà a una soluzione finale", ha detto.

Il Ministro degli Esteri etiope Taye Atske Selassie ha detto che il suo Paese attende "un impegno continuo che alla fine ci aiuterà a risolvere le attuali differenze e a ripristinare le normali relazioni".

Un portavoce del Somaliland, che ha lottato per ottenere il riconoscimento internazionale nonostante si governi da solo e goda di una pace e di una stabilità comparate da quando ha dichiarato l'indipendenza nel 1991, non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.

Le aspettative in vista del primo ciclo di colloqui di Ankara, a luglio, erano basse, con Somalia ed Etiopia che sembravano avere differenze inconciliabili.

La Turchia ha stretti legami sia con l'Etiopia che con la Somalia, addestrando le forze di sicurezza somale e fornendo assistenza allo sviluppo in cambio di un punto d'appoggio su una rotta di navigazione globale chiave.

I suoi sforzi per risolvere la controversia sono iniziati dopo che il Primo Ministro etiope Abiy Ahmed ha visitato Ankara a maggio e le ha chiesto di intervenire, secondo una fonte diplomatica turca.

(Tuvan Gumrukcu e Huseyin Hayatsever hanno riferito da Ankara e Giulia Paravicini da Nairobi; redazione di Alexander Winning e Alison Williams)