ROMA (MF-DJ)--Sull'ex Ilva, al Consiglio dei ministri di ieri sera "ho illustrato i termini del nuovo accordo tra gli azionisti di Acciaierie d'Italia, ArcelorMittal e Invitalia che ha come obiettivo il rilancio del sito, aumentando i target di produzione rispetto all'ultimo biennio e garantendo i livelli occupazionali. Inoltre, si prevedono una riconversione green dell'impianto e investimenti per il polo di Taranto: dai campi eolici allo sviluppo del porto".

Lo ha detto al Corriere della Sera il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, aggiungendo che "lo Stato metterà altri 680 milioni nell'ex Ilva, potranno essere utilizzati fin d'ora quale finanziamento soci convertibile in futuro aumento di capitale".

Quindi lo Stato potrà salire dal 32 al 60% del capitale anche prima del maggio 2024, come previsto finora: "sì, non c'è più questo vincolo. Così come sono stati rivisti altri paletti dei patti parasociali, anche in materia di governance, per ristabilire un rapporto equilibrato tra i soci".

Il ministro ha escluso che ci sia il rischio di una nuova Ita-Alitalia, costata ai contribuenti 11 miliardi. "No. Questo governo è stato capace in poche settimane di risolvere l'emergenza Lukoil; di prefigurare, con nuovo Dpcm, una soluzione per Ita, che avrà un forte partner industriale; di rilanciare l'Ilva, garantendo al contempo risanamento ambientale e occupazione".

Urso ha spiegato di riferirsi al decreto legge appena approvato dal Consiglio dei ministri. "Lo Stato potrà intervenire rapidamente laddove la gestione di queste imprese dovesse ritenersi inadeguata chiedendo, anche se socio di minoranza, l'amministrazione straordinaria. Inoltre, i compensi degli amministratori straordinari di queste imprese vengono parametrati ai risultati, incentivando chi risolve prima le crisi. E viene fissato un tetto ai compensi dei commissari liquidatori, che non potranno più raggiungere importi scandalosi".

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