ROMA (MF-DJ)--Non è ancora emergenza piena, ma i numeri degli sbarchi incutono timore e Matteo Salvini non perde occasione per attaccare la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ed esprimere direttamente a Palazzo Chigi la preoccupazione per un'Italia che "rischia di diventare un colabrodo".

Lo scrive Repubblica spiegando che il premier Draghi, che ha da tempo messo l'immigrazione in cima ai suoi dossier, si appresta a chiedere una collaborazione più concreta all'Ue con l'obiettivo di trovare una soluzione nel giro di una settimana, da discutere e far approvare nel Consiglio europeo del 24 e del 25 giugno. Il leader della Lega si presenta all'incontro con il premier con una serie di grafici che attestano l'aumento del fenomeno: i migranti ospiti dei centri di accoglienza sono 77.000, un numero che è tornato a crescere nell'ultimo mese e mezzo con quasi duemila nuovi ingressi. La maggior parte in Sicilia. Nel 2021, rispetto all'anno scorso, gli sbarchi sono triplicati: 18.580 contro 5.696. E Salvini fa notare che nel 2019, quando c'era lui al Viminale, il numero degli arrivi sulle coste italiane era fermo a 2.184.

La situazione, in realtà, è peggiorata per un paio di cause. Anzitutto a causa del Covid, che ha appesantito la situazione economica di molti Paesi africani. E la necessità, collegata alla pandemia, che i migranti osservino la quarantena in strutture dedicate. La strada confermata dalla ministra Luciana Lamorgese, e avallata da Palazzo Chigi, è quella delle navi: ce ne sono cinque a disposizione che servono ad alleggerire il peso sull'hotspot di Lampedusa ormai perennemente al collasso. Il presidente del Consiglio, nel colloquio con Salvini, ha illustrato l'imponente lavoro diplomatico attivato in queste settimane, con una speciale attenzione al rebus libico. In occasione del G7 di Cornovaglia ha discusso di Tripoli anche con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, impegnandosi per ottenere il sostegno di Washington per la stabilizzazione del teatro e il contenimento dell'espansionismo turco. E ricevendo rassicurazioni su un'imminente intensificazione del pressing diplomatico Usa in seno alle Nazioni Unite, per affrontare al meglio il capitolo del Nord Africa. Secondo Draghi soltanto la stabilità dei Paesi di origine può contenere il problema migratorio.

In questo senso, il capo dell'esecutivo ha pianificato una serie di bilaterali in vista del Consiglio europeo del 24-25 giugno. Oggi è in agenda un incontro con il premier spagnolo Sanchez a Barcellona, il 21 giugno il premier sarà a Berlino con Angela Merkel. Poi, a Bruxelles, nel corso del consiglio europeo, Draghi conta di registrare passi in avanti. Non tanto sulla grande riforma complessiva del sistema dell'accoglienza dei migranti, arenata da mesi soprattutto a causa delle imminenti elezioni politiche in Germania. Ma su altri due fronti: il piano per la gestione dei migranti in Libia - che passa dalla stabilizzazione dell'esecutivo, la chiusura dei campi di detenzione e gli investimenti europei nell'economia di Tripoli - e la redistribuzione volontaria tra Paesi dei migranti che arrivano sulle coste italiane.

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1809:59 giu 2021

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June 18, 2021 04:00 ET (08:00 GMT)