MILANO (MF-DJ)--Dopo la doccia fredda di questa estate, le big tech devono imparare a convivere con le nuove regole del Partito Comunista, entrando nelle grazie di Xi Jinping ma anche riorganizzando le attività all'estero. Ne è un esempio Ant Group, che a novembre ha dovuto rinunciare all'ipo da 37 miliardi di dollari per le crescenti pressioni governative. Secondo quanto riportato in esclusiva da Reuters, per la controllata di Alibaba si sarebbe riaperta la possibilità del doppio collocamento a Shanghai e Hong Kong. Le condizioni? Collaborare con il governo. Difatti, stando a tre fonti dell'agenzia, alcune società controllate da Pechino sarebbero pronte a entrare nel capitale di una joint venture fintech tra Ant e Zhejiang tourism investment. Ciascuna delle due aziende deterrà il 35% dell'azionariato e tra gli altri soci della newco ci saranno Hangzhou finance&investment e Zhejiang electronic, entrambe di proprietà del governo. L'unico azionista esterno non statale sarà Transfar Group, a cui spetterà il 7% della joint venture.

La società, riporta MF, gestirà e sintetizzerà i dati raccolti da Ant per offrire servizi di credit scoring, ovvero di analisi della solvibilità dei creditori. Che la Cina fosse interessata ai dati dei clienti bancari era chiaro già da gennaio, quando Pechino ha chiesto alle fintech di condividere le informazioni degli utenti con le agenzie governative controllate dalla Banca centrale nazionale. Proprio la Banca popolare cinese ha rincarato la dose chiedendo agli operatori di credit-scoring di ottenere licenze specifiche per la gestione dei dati.

Mentre Ant cerca di scendere a patti con il Partito Comunista, Tencent e Alibaba hanno deciso di esplorare nuovi mercati per mitigare l'esposizione alle norme statali. Stando ai dati Refinitiv visionati da MF-Milano Finanza, nel primo semestre il colosso di Jack Ma ha investito oltre 420 milioni di euro in società internazionali, a fronte dei 70 milioni del 2020 e dei 163 nel 2019. Nello stesso periodo Tencent ha concluso 34 accordi internazionali, il doppio di quanto fatto nei primi sei mesi dello scorso anno, puntando proprio sulle società di gaming. Strategia dettata dal fatto che la scorsa settimana Pechino ha proibito ai minorenni l'utilizzo dei videogiochi nei giorni scolastici.

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0208:42 set 2021

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September 02, 2021 02:43 ET (06:43 GMT)