ROMA (MF-DJ)--Il mondo non finirà in recessione nel 2023, ma l'era del "Goldilocks", in cui gli investitori hanno prosperato con crescita moderata, tassi bassi e zero inflazione, è finita per ora. In Ucraina non ci sarà pace ancora a lungo e la polarizzazione della politica nei paesi avanzati renderà più instabile la governance globale.

Per i portafogli la linea è quindi prudenza, con un occhio di riguardo per commodities e petrolio, che potrebbero ripartire con la riapertura della Cina. David Roche, fondatore di Independent Strategy, una delle più accreditate società globali di ricerca economica e strategie di investimento, ha commentato con ClassCnbc i primi segnali del nuovo anno. Partendo dalle immagini choc dell'assalto al Parlamento di Brasilia. Un episodio che riporta al libro di Roche "Death of Democracy" , che aveva prefigurato la dinamica del conflitto tra democrazia e regimi tecno-autocratici.

DOMANDA. Roche, in tv sembrava di rivedere l'invasione del Campidoglio a Washington di gennaio 2021. Il conflitto politico estremo sarà uno dei rischi di quest' anno?

RISPOSTA. Di sicuro vedremo ancora tumulti come quelli appena accaduti in Brasile. Viviamo ormai nella società che chiamiamo "Post-Truth", ovvero post-verità. Dove menzogne ripetute molte volte vengono ritenute vere da un crescente numero di persone. E dove le ineguaglianze aumentano. Dobbiamo abituarci a scene come quelle viste a Brasilia o a Washington, ma non credo che la democrazia stia morendo. Credo invece che in alcuni paesi verrà sempre più guidata da spinte populiste e senza senso. Mentre altre democrazie stanno reagendo. Per questo penso che nel 2023 vivremo sempre più in un mondo che sta confusamente diventando tripolare.

D. Finché la guerra in Ucraina continuerà sarà difficile stabilizzare un nuovo equilibrio.

R. Siamo nel mezzo di una guerra tra sistemi dittatoriali e democratici. L'Ucraina è sostenuta dall'Occidente, ma la Russia può contare sulla Cina. Il punto è che noi stiamo fornendo all'Ucraina armi per non perdere, ma non armi sufficienti per vincere. Per farlo servirebbero missili più precisi e potenti e nuovi sistemi d'arma. Questo condannerebbe Putin a una clamorosa sconfitta. E, forse, a nuove azioni sconsiderate. Quindi penso che siamo entrati in una fase di guerra di logoramento che durerà molto a lungo.

D. La guerra ha scatenato la crisi energetica in Europa. Ora l'inflazione sembra rallentare. Quanto impiegherà a tornare sugli obiettivi delle banche centrali?

R. Per tutto quest' anno e in parte per il prossimo assisteremo al rallentamento delle dinamiche al rialzo innescate dall'uscita dalla pandemia prima e dalla guerra in Ucraina poi. Inoltre, man mano che le prospettive di Putin di ottenere un successo in Ucraina peggiorano, potremo assistere a una nuova fiammata delle turbolenze sul mercato energetico, che si ripercuoteranno sui prezzi.

D. Quindi? Quando potremo vedere le banche centrali allentare la stretta?

R. Il punto fondamentale, che dobbiamo ricordarci, è che l'inflazione calerà molto lentamente. Questo convincerà le banche centrali ad agire con molta prudenza. E' chiaro che non hanno alcuna intenzione di commettere gli errori già fatti e soprattutto di ritornare alle condizioni dell'ultimo ciclo creditizio appena vissuto. In parole povere temono che tagliando i tassi troppo in fretta possano far scendere l'inflazione troppo velocemente a fronte di aspettative che sono ancora molto alte. La mia raccomandazione è prendere atto che lo scenario Goldilocks, dove tutto si presentava nella giusta via di mezzo, non tornerà più. Almeno non nel medio termine.

D. Andiamo verso una recessione?

R. Forse in Europa, dove la guerra peserà ancora a lungo sugli asset. E' un aspetto al momento sottovalutato, soprattutto in termini di crescita del pil. La gente sembra credere che non vada poi così male, visto che, secondo Goldman Sachs, si crescerà ancora dello 0,6%.

D. Andrà meglio nel resto del mondo?

R. Penso che gli Stati Uniti potranno evitare una recessione, grazie alla liquidità che ancora hanno da spendere e al grande ottimismo degli americani. E altrettanto farà il Giappone. La Cina, invece, ci racconterà di vivere un nuovo boom economico, anche se non sarà così.

Hanno seri problemi strutturali, e dovranno fare i conti con le spese delle famiglie che non hanno più fiducia nell'azione del governo.

D. Su cosa investire allora?

R. Dovremmo costruire posizioni nell'obbligazionario. Treasury americani in particolare. Rimaniamo pessimisti, invece, sui governativi giapponesi, mentre siamo positivi su alcune materie prime, come il petrolio, che al momento non sta andando bene ma che potrebbe ricevere nuova spinta nel momento in cui l'embargo alla Russia comincerà a mordere davvero. E poi il food, con alcune commodity, come la soia, il grano e il mais.

D. E l'azionario?

R. Selezione: preferire aziende con un buon business model, cash flow trasparente e basso indebitamento. E bisogna fare anche attenzione a chi le guida: scegliamo gente con la quale andremmo a pranzo, non gente che consideriamo degli egocentrici narcisisti. Al momento ci sono titoli sottovalutati

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1609:18 gen 2023


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January 16, 2023 03:19 ET (08:19 GMT)