a difesa contrattacca

In questo contesto, i sei temi principali che stiamo monitorando in Europa sono molto seguiti. Nel grafico sottostante, è chiaramente visibile la nuova fase di accelerazione.

Defense

Notiamo come Rheinmetall, il titolo preferito dai gestori europei nel 2022, ha ripreso la sua ascesa. Il gruppo rappresenta un tipico esempio dei titoli un po' abbandonati negli ultimi anni e poi improvvisamente riscoperti. Il mercato ha anche una particolare predilezione per Saab, che si muove nella stessa direzione di Rheinmetall. Gli investitori ritengono che l'adesione della Finlandia alla NATO, e soprattutto l'imminente adesione della Svezia, faranno crescere il portafoglio ordini del gruppo. Rheinmetall e Saab hanno guadagnato più del 150% dal febbraio 2022.

Nella fascia intermedia si colloca l'italiana Leonardo, il cui titolo è più che raddoppiato nello stesso periodo. Il suo caso è un po' particolare, in quanto il decollo è iniziato all'inizio dell'estate. L'azienda nostrana è in ritardo rispetto ai suoi colleghi in termini di valutazione. Per molto tempo è stata penalizzata da uno sconto ereditato dalla presunta gestione meno ottimale rispetto a quella dei suoi colleghi e da un mercato interno della difesa poco brillante, a causa delle difficoltà di bilancio dell'Italia. Tuttavia, il mercato sembra essere stato conquistato dalla roadmap del nuovo CEO, dall'aumento degli ordini e dai multipli piuttosto bassi.

Infine, troviamo relativamente raggruppato il trio storico di Dassault Systèmes e, soprattutto, BAE Systems e Thales, i due più grandi attori della regione, esposti sia ai bilanci europei che a quelli nordamericani. I prezzi delle loro azioni sono aumentati di circa il 60% dall'invasione dell'Ucraina. 

L'emittente americano di ETF VanEck ha lanciato quest'anno un nuovo prodotto specializzato (e quindi un po' costoso: 0,55% di TER), che copre il settore della difesa e ha un passaporto UCITS. Il VanEck Defense UCITS ETF ha come ticker DFNS e ISIN IE000YYE6WK5. Ha 28 posizioni, di cui le prime cinque sono Palantir, Booz Allen, Thales, Safran e Leidos. Al 13 ottobre, l'esposizione era pari al 56,4% negli Stati Uniti, al 19,6% in Francia, al 4,8% in Italia, al 3,85% nel Regno Unito e al 3,72% in Israele. Per essere ammissibili, le aziende devono generare almeno il 50% dei loro ricavi nel settore della difesa ed essere libere da controversie settoriali. Sono escluse le aziende che non rispettano i trattati di Ottawa (mine antiuomo) e di Oslo (munizioni a grappolo), o che producono armi biologiche, chimiche e incendiarie, armi nucleari al di fuori del trattato di non proliferazione, uranio impoverito e fosforo bianco.

La Borsa di Novo Nordisk Copenaghen brilla

Un altro classico della nostra sezione indici è la regata vichinga, che mette a confronto la performance dei più importanti indici dei quattro principali mercati scandinavi (Stoccolma, Copenaghen, Helsinki e Oslo). Recentemente è stato l'indice norvegese, con la sua ampia esposizione al petrolio, a essere in testa. Ma questo senza considerare la locomotiva Novo Nordisk, che traina ormai l'OMX Copenhagen 20, che ha guadagnato il 22% dal 1° gennaio, rispetto al 14% dell'OMX Oslo e al 7% dell'OMX Stoccolma. L'OMX Helsinki, invece, è sceso del 12% nello stesso periodo.

Danemark

Il Nasdaq 100 ancora in bilico

Negli Stati Uniti, non c'è molto da dire sui divari di performance degli indici quest'anno: i titoli tecnologici si sollevano dopo un 2022 molto negativo. Detto ciò, hanno avuto una buona performance per sette mesi e non sono più così in forma da agosto. Ma stanno resistendo.

Nasdaq